papa francesco

Nel giorno di Pasqua, la benedizione Urbi et Orbi di Papa Francesco ha assunto un significato profondo anche dal punto di vista medico. Osservando il volto sofferente del Pontefice, molti specialisti hanno riconosciuto i tratti tipici della cosiddetta facies hippocratica, un’espressione facciale che spesso preannuncia l’approssimarsi della morte. Un segnale clinico che, pur risalente all’antichità, mantiene intatta la sua importanza anche nella medicina moderna.

Un volto che parla più di mille parole

La fotografia del viso di Papa Francesco, apparsa domenica 20 aprile durante la benedizione pasquale, ha colpito anche gli occhi clinici degli esperti. Tra questi, Matteo Bassetti – infettivologo e primario al San Martino di Genova – ha definito quel volto "scavato, grigio, con occhi infossati e naso assottigliato", segnali evidenti di un corpo stremato dalla malattia.

La diagnosi visibile: la facies hippocratica

Quella mostrata dal Papa nelle sue ultime ore è nota come facies hippocratica, una condizione descritta già dal medico greco Ippocrate, il padre della medicina. L’espressione del volto, in questi casi, rappresenta una sintesi tragicamente eloquente dello stato terminale di un organismo umano.

Il commento dell’infettivologo Bassetti

“È il volto che noi medici vediamo molto frequentemente 24-48 ore prima della morte,” ha spiegato Bassetti sui social. Secondo lo specialista, il viso del Pontefice raccontava una storia di grande sofferenza, connessa a uno stato di scompenso cardiaco e a una polmonite polimicrobica, sostenuta da virus, funghi e altri microrganismi.

L’importanza clinica dell’osservazione

La medicina moderna, nonostante gli avanzamenti tecnologici, riconosce ancora il valore dell’osservazione diretta del paziente. La facies è un segno clinico visibile, un parametro non strumentale ma di grande valore prognostico per il medico esperto, come lo era per Ippocrate oltre duemila anni fa.

Non sempre segnale di fine imminente

È importante ricordare, tuttavia, che la facies hippocratica non equivale automaticamente a un destino irreversibile. Può manifestarsi anche in casi di disidratazione grave, peritonite acuta, crisi respiratorie o emorragie, situazioni che, se trattate tempestivamente, possono anche risolversi.

Il volto come riflesso della malattia

Nel caso di Papa Francesco, l’intensità dei sintomi visibili era compatibile con un quadro clinico ormai compromesso. Il viso scavato, la perdita di vitalità nei lineamenti e il colore grigiastro erano lo specchio esteriore di un’infezione interna che aveva ormai minato in profondità il suo fisico.

Una testimonianza silenziosa

Le immagini del Pontefice parlano da sole, restituendo alla storia un ultimo sguardo carico di significato e sofferenza. Un messaggio visibile, senza parole, che racconta l’umanità di un Papa fino all’ultimo istante della sua vita pubblica.

Una lezione anche per i medici di oggi

L’ultima apparizione di Francesco è oggi anche una lezione clinica, oltre che spirituale. Ricorda a medici e operatori sanitari che osservare il volto del paziente resta una delle prime e più potenti diagnosi possibili. Lo sguardo, spesso, dice tutto.

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