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Un dramma ha sconvolto l’ospedale Santo Spirito di Pescara, dove un giovane medico di 32 anni, T. D. V., si è tolto la vita lanciandosi da una finestra del quinto piano della struttura. Specializzando in ginecologia, il dottore combatteva da tempo contro un linfoma aggressivo, un male che non gli ha lasciato scampo e che, con il tempo, lo aveva portato a vivere una doppia esistenza: quella di medico e quella di paziente.

Il tragico gesto è avvenuto ieri mattina, poco dopo le 13, mentre il medico si trovava in ospedale per sottoporsi a un ciclo di terapia. Secondo quanto ricostruito, avrebbe atteso di rimanere solo prima di aprire la finestra e lasciarsi cadere nel vuoto. Non ha lasciato biglietti né messaggi d’addio, ma il suo gesto ha scosso profondamente l’intero reparto e il personale sanitario.

Un percorso difficile e il dolore della comunità

T. D. V. era originario di Taranto, dove aveva completato gli studi liceali prima di trasferirsi in Abruzzo per frequentare la facoltà di Medicina all’Università G. d’Annunzio. Dopo la laurea, aveva scelto di specializzarsi in ginecologia. La sua passione per la medicina e il suo impegno erano noti a colleghi e amici, che ora piangono la sua scomparsa.

Il giovane medico era molto conosciuto sia a Taranto che in Abruzzo. Amava i viaggi e sognava di vedere il mondo: il suo profilo social raccontava la sua passione per luoghi lontani, dall’Islanda all’America. Tra le immagini più significative, il Cielo Stellato di Van Gogh, una citazione che oggi assume un significato ancora più profondo.

Indagini in corso e il cordoglio dell’ospedale

Dopo l’accaduto, la polizia e i carabinieri hanno effettuato i rilievi e raccolto le testimonianze di colleghi e pazienti presenti in reparto. Il personale dell’ospedale ha vissuto momenti di grande tensione e sgomento, non riuscendo a spiegarsi l’improvviso gesto del giovane dottore.

La sua battaglia contro il linfoma lo aveva reso consapevole della fragilità della vita, tanto che dieci anni fa, in un post pubblicato sui social, aveva scritto una frase che oggi risuona come un monito:

"Sono nato a Taranto, probabilmente prenderò il cancro nella mia città natale. Qualcuno muore ogni giorno, mentre altri sono nati con rare malattie o non sono nati affatto. A causa dell’inquinamento e dell’indifferenza morirò come tanti altri."

Un messaggio che, alla luce della sua tragica fine, assume un valore ancora più drammatico. 

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