"Occorre innanzitutto ricordare che Giorgio Almirante fu tra i primi   del secondo dopoguerra a democratizzare la destra. Disconoscerlo sarebbe per paradosso come negare che l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, scomparso pochi giorni fa in un commosso abbraccio bipartisan, abbia radicalmente modificato le proprie posizioni passando dall’esaltazione delle occupazioni sovietiche di Budapest e di Praga alla fondazione del filone riformista del Partito Comunista Italiano, che poi si sarebbe evoluto fino all’attuale PD.
La sinistra dovrebbe riconoscere il ruolo storico che ebbe Almirante, strategico per il consolidamento della fragile democrazia italiana, invece di rincorrere fantasmi.
Fa specie che si cerchi di inibire l’intitolazione di vie e piazze ad Almirante, che ha mostrato al mondo intero la sua evoluzione democratica e occidentale, senza preoccuparsi di prevedere nelle stesse proposte di legge la cancellazione delle strade intitolate a dittatori sanguinari come Lenin, Stalin e Tito (ancora esistenti in varie città italiane) voluta da sindaci comunisti e filo sovietici impuniti per il loro sfrontato sostegno a tirannidi ideologiche portatrici di sofferenza e morte per milioni di persone. Infine faccio sommessamente presente che se dovessimo cancellare la toponomastica riferita a gerarchi o a esponenti del fascismo dovremmo dare molti dispiaceri agli estensori delle proposte del partito di Eddy Schlein: gran parte degli esponenti della prima Repubblica - politici, giornalisti e intellettuali - sono stati gerarchi ed esponenti del fascismo. O forse si vuole far passare il principio che se si era fascisti ci si riabilita solo se si va militare nelle file della sinistra?". E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia. 

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