"Abbiamo finalmente raggiunto l'accordo sul tetto al prezzo del gas, che ha lo scopo di fermare le eventuali speculazioni, le speculazione rispetto ai mercati internazionali; si è raggiunto un accordo a grandissima maggioranza. Naturalmente questo è un primo passo verso una soluzione che ci permetta di calmierare il sistema delle bollette".

Lo ha dichiarato, visibilmente soddisfatto e sollevato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, incontrando i giornalisti al termine del Consiglio Energia oggi a Bruxelles.

Pichetto, soddisfazione per l'accordo raggiunto

"La trattativa - ha spiegato il ministro - ci ha portato a chiudere con un tetto al prezzo in questo caso di euro 180 a MWh, con un meccanismo una soluzione particolare di applicazione. E naturalmente il passo successivo sarà quello di affrontare la questione dell'energia elettrica, del disaccoppamento" tra il prezzo del gas e quello dell'elettricità, il principale elemento della riforma strutturale del mercato elettrico "che la Commissione si è impegnata a proporre - ha ricordato - per il mese di marzo 2023".

"Devo dire - ha aggiunto Pichetto - che c'è una soddisfazione particolare per l'Italia, che è stato lo Stato membro che più ha sostenuto la necessità che i paesi dell'Unione Europea si accordassero per fermare questa esplosione speculativa, che aveva portato durante il mese di agosto i prezzi addiritttura oltre i 300 euro per megawattora.

La trattativa

Ed è motivo di soddisfazione - ha sottolineato - perché la trattativa portata avanti anche la scorsa settimana dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni" durante il Consiglio europeo "oggi si è conclusa con una mediazione che soddisfa la stragrande maggioranza dei paesi europei".

Quanto a eventuali ripercussioni dopo le minacce di ritorsioni del Cremlino, il ministro ha osservato così. "Le reazioni della Russia credo siano la dimostrazione che il tetto ha un effetto, che è efficace".

Alla domanda se questa decisione possa influenzare seriamente il costo delle bollette da febbraio (il meccanismo entrerà in vigore a partire dal 15), Pichetto ha replicato: "Credo che tutto questo possa evitare delle fiammate come quelle che sono avvenute nei mesi scorsi, e quindi può aiutare sicuramente le bollette.

Lo scopo finale - ha rilevato - è proprio quello di arrivare a dei prezzi che siano congrui rispetto al mercato e non rispetto alla speculazione internazionale". A chi chiedeva come sia stato possibile convincere la Germania a votare a favore, il ministro ha risposto: "Naturalmente i 27 paesi avevano anche sensibilità, esigenze e preoccupazioni diverse.

Quindi anche la Germania ha cercato di trovare, e ha trovato, visto che ha votato poi a favore, un punto di equilibrio che la soddisfava. Tutti hanno rinunciato a qualcosa. Tra le preoccupazioni espresse, noi avevamo una preoccupazione che riguardava il prezzo. Altri avevano una preoccupazione sulla quantità (delle importazioni di gas, ndr) e sull'effetto sui mercati internazionali, anche di ordine finanziario".

Pichetto, volontà di tutti tenere unita l'Europa

"È stata - ha proseguito Pichetto - una valutazione complessiva, non c'è stato un particolare e ha determinato poi la scelta a favore. Credo che se vogliamo indicare un particolare, è stato la volontà da parte di tutti di tenere unita l'Europa.

Questo è il dato forse più rilevante da segnalare". Il ministero, ora che non c'è più il "price cap" a monopolizzare l'attenzione, ha ora "tante priorità, certamente. Si è discusso anche in questa seduta di rinnovabili, e quindi di individuare le aree idonee" alla installazione degli impianti. Bisogna, ha indicato il ministro, "incrementare quello che è il sistema di produzione nazionale di energia, con le rinnovabili.

Abbiamo l'obiettivo 2030 e lo dobbiamo raggiungere. E per raggiungerlo dobbiamo incrementare il nostro rilascio di concessioni, la definizione delle aree, e naturalmente liberare il mercato, se vogliamo le comunità energetiche. Stiamo definendo in questi giorni proprio l'avvio delle comunità energetiche, che hanno anche una dotazione di intervento di oltre due miliardi" di euro.

A che punto è l'Italia

L'Italia è pronta per un processo così rapido di autorizzazione delle rinnovabili, cosí come è previsto dalle nuove norme Ue? "Noi ci stiamo lavorando, proprio sulla rapidità: è la sfida del governo italiano, del ministero che ho l'onore di reggere", ha assicurato Pichetto. A chi chiedeva infine, se questo accordo sul "price cap" sia stato merito più del governo Draghi o del governo Meloni, il ministro ha concluso lapidario: "Non c'è un bilancino". (Ask a News)

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