Chiara Ferragni e il Pandoro Gate
Chiara Ferragni e il Pandoro Gate

Dopo le vacanze di Natale, la Procura di Milano prenderà una decisione sull’inchiesta che vede Chiara Ferragni accusata di truffa aggravata in relazione al pandoro gate ovvero alla commercializzazione del pandoro “Pink Christmas” e delle uova di cioccolato di Pasqua “Dolci Preziosi”. L’indagine coinvolge anche altri soggetti, tra cui l’ex collaboratore della Ferragni, Fabio Damato, Alessandra Balocco (AD dell’azienda piemontese Balocco) e Francesco Cannillo (presidente di Cerealitalia-ID).

L’indagine, chiusa lo scorso ottobre, è stata affidata al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. Nei giorni scorsi, i pubblici ministeri Cristian Barilli ed Eugenio Fusco hanno incontrato i legali degli indagati, i quali hanno depositato memorie difensive richiedendo l’archiviazione.

Le opzioni sul tavolo: rinvio a giudizio o archiviazione

I pm utilizzeranno il periodo natalizio per valutare la documentazione e decidere se procedere con un rinvio a giudizioo se archiviare il caso. Un elemento rilevante è la possibilità di un accordo risarcitorio tra gli indagati e il Codacons, unica parte lesa riconosciuta nel procedimento.

Il Codacons, noto per la sua battaglia contro Chiara Ferragni, aveva sporto una serie di querele in diversi uffici giudiziari italiani circa un anno fa, accusando la influencer di aver messo in commercio prodotti che non avrebbero rispettato gli standard dichiarati.

La difesa di Chiara Ferragni: «Nessuna rilevanza penale»

I legali della Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, hanno ribadito che la loro assistita non ha commesso alcuna truffa. Nella memoria difensiva sottolineano che:

  • I profili contestati sono stati affrontati dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, senza rilievi penali.
  • La Ferragni ha già chiuso i contenziosi amministrativi e destinato fondi a cause benefiche, come l’ospedale Regina Margherita di Torino e l’associazione “Bambini delle Fate”.
  • Non vi sono querele di singoli consumatori, condizione necessaria per procedere con l’accusa di truffa, che sarebbe aggravata dalla “minorata difesa” dovuta alla vendita online dei prodotti.

Possibile accordo risarcitorio con il Codacons

Un ulteriore scenario riguarda l’ipotesi di un accordo risarcitorio tra gli indagati e il Codacons, che potrebbe rappresentare una soluzione extragiudiziale. Questo potrebbe influire sulla decisione della Procura, favorendo l’archiviazione della vicenda.

Un caso mediatico in attesa di chiusura

Il “Pandoro-gate” è emblematico del complesso rapporto tra personaggi pubblici, consumatori e autorità di vigilanza. La decisione della Procura di Milano sarà cruciale per Chiara Ferragni, che continua a sostenere la propria estraneità ai fatti contestati.

L’esito dell’inchiesta, atteso per gennaio, non solo definirà le responsabilità degli indagati, ma potrebbe anche fare chiarezza su questioni legali legate al commercio online e alla tutela dei consumatori.

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