Aveva montato una messinscena, continuando a mandare messaggi dolci e di preoccupazione a Giulia Tramontano. Alessandro Impagnatiello però l'aveva già uccisa giorni prima

«Tata. Ho i giornalisti che mi stanno molestando sotto casa, ti prego è invivibile così (emoticon delle mani che pregano, ndr) mia mamma piange, mio fratello e Luciano pure, ti prego, fallo per (il mio primo figlio, ndr)! Lo sai quanto è legato a te. Siamo al 4 giorno oggi, finiscila con questa storia e batti un colpo, ti supplico».

Alessandro Impagnatiello aveva già ucciso Giulia Tramontano ma continuava a mandarle messaggi

Era il mattino del mercoledì 27 maggio, il quarto giorno dalla scomparsa di Giulia Tramontano. Questo era l'ultimo messaggio inviato da Alessandro Impagnatiello al cellulare della ragazza prima di essere arrestato.

Poco dopo la mezzanotte di quel giorno, il barman trentenne confesserà agli investigatori e ai pubblici ministeri Alessia Menegazzo e Letizia Mannella di aver ucciso la fidanzata e di aver abbandonato il corpo, dopo aver tentato per due volte di bruciarlo, dietro a un edificio di box a Senago.

Secondo la sua confessione - sebbene gli investigatori si mostrino scettici riguardo ai tempi indicati nel verbale - Impagnatiello avrebbe abbandonato il corpo della giovane poche ore prima di inviare quel messaggio, intorno alle 2.30 di notte.

La messinscena dei messaggi

Nelle chat analizzate dagli esperti del Nucleo investigativo di via Moscova, sono presenti anche altri messaggi inviati da Impagnatiello alla fidanzata dopo averla uccisa. Messaggi che avrebbero dovuto "dissimulare" un suo coinvolgimento nella scomparsa e in cui, invece, recitava la parte del fidanzato preoccupato e disperato.

Tutto inizia alle 00.21 della notte tra sabato e domenica, quando lui è al lavoro all'Armani Bamboo bar e lei è già morta nel garage di via Novella: «Dove sei?».

Alle 00.49 invia un messaggio che successivamente cancella.

Riprende alle 7.50 di domenica: «Hey, sono arrivato al lavoro, ora scendo a cambiarmi, faccio colazione e inizio! Riposati tu».

Due ore dopo continua: «Hey, ma sei ancora a letto?». «Mi chiami per favore» (ore 11.30).

La messinscena continua nel pomeriggio, questa volta usando il maiuscolo: «BABY DOVE SEI!!!». «Ci stiamo tutti preoccupando!!!!» (ore 18.20).

«So che non sono stato un fidanzato ideale» La messinscena riprende lunedì mattina alle 7.16, quando ha già denunciato la scomparsa della trentenne ai carabinieri e le indagini sono già iniziate: «Ehy...».

Poi trascorre gran parte della giornata e alle 19 riprende con una serie di finti messaggi di preoccupazione: «Ciao. Prima, a casa, continuavo a guardare la nostra foto scattata a Ibiza, l'abbiamo incorniciata. So di non essere stato un fidanzato ideale negli ultimi mesi. Ti ho mancato di rispetto.

A te che sei stata la prima e unica ragazza ad accogliere mio figlio dopo che mi sono lasciato con (la precedente compagna, ndr). E ho sempre cercato di proteggere mio figlio fino alla fine, come ben sai, all'inizio ci ho messo qualche settimana per dirti che avevo un figlio, ma la tua risposta è stata "ah sì? Bene!".

Hai fatto esplodere il mio cuore. Non volevo distruggere te, invece. Non volevo che i tuoi occhi smettessero di brillare quando eravamo insieme. Hai tutte le ragioni del mondo, TUTTE, ma ti chiedo solo un favore. Dimmi solo che stai bene. Dimmi solo che sei scappata in qualche paese lontano per svuotare la mente. Solo questo, ti prego».

La foto inviata: «L'ho messa come sfondo, comunque»

Poi, martedì 30 maggio, alle 7.42 del mattino, le invia una foto (non è chiaro quale immagine, ma è probabile che sia una loro foto insieme): «L'ho messa come sfondo, comunque».

Infine, quel messaggio finale, mercoledì mattina, in cui lamenta la presenza dei giornalisti sotto casa.

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