Il più ampio studio epidemiologico sul nuovo coronavirus emerso in Cina (SARS-CoV-2) fornisce un quadro più esaustivo sul tasso di mortalità della COVID-19, l'infezione respiratoria scaturita dal patogeno. Grazie all'indagine, messa a punto dal “The Novel Coronavirus Pneumonia Emergency Response Epidemiology Team” del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC), è possibile evidenziarlo per fasce di età, genere e condizioni mediche preesistenti nei pazienti, la cosiddetta comorbidità. In tutto lo studio ha visto il coinvolgimento di oltre 72mila persone, delle quali 44.672 (61,8 percento) come casi confermati; 16.186 (22,4 percento) come casi sospetti; 10.567 (14,6 percento) come casi diagnosticati clinicamente (ascrivibili alla sola provincia di Hubei, dove si trova la città-epicentro dell'epidemia); e 889 (1.2 percento) come casi asintomatici. Tra i casi confermati, l'86,6 percento dei pazienti aveva un'età compresa tra i 30 e i 79 anno, inoltre l'80,9 percento ha manifestato la COVID-19 in forma lieve. Ricordiamo che le percentuali sotto indicate si riferiscono a casi registrati in Cina, e nello specifico nella provincia di Hubei, dove il tasso di mortalità del coronavirus risulta più alto rispetto alle altre parti del mondo. Coronavirus: il tasso di mortalità per età Tra gli oltre 44mila casi confermati si sono verificati 1.023 decessi, con un tasso di mortalità complessivo del 2,3 percento. Il cosiddetto “Death Rat”, ovvero il numero di decessi in base al numero di casi, indica la probabilità di morire quando si viene infettati dal SARS-CoV-2, che è differente in base alle varie fasce d'età prese in esame. È importante sottolineare che non rappresenta la percentuale dei decessi per una determinata fascia di età, ma il rischio di morire di una persona in una specifica fascia di età a causa dell'infezione. In base ai dati dello studio “Vital Surveillances: The Epidemiological Characteristics of an Outbreak of 2019 Novel Coronavirus Diseases (COVID-19)” pubblicato sulla rivista scientifica Chinese Journal of Epidemiology è emerso che il tasso di mortalità presenta i seguenti valori: per chi ha 80 anni o più è del 14,8 percento 8 percento tra i 70 e i 79 anni 3,6 percento nella fascia 60-69 anni 1,3 percento per chi ha tra i 50 e i 59 anni 0,4 percento per chi ha tra i 40 e i 49 anni 0,2 percento per le fasce di età 30-39 anni, 20-29 anni e 10-19 anni Nella fascia di età 0-9 anni non sono stati riscontrati decessi Tasso di mortalità per chi ha altre condizioni mediche I medici e i ricercatori cinesi hanno messo in evidenza quali sono le probabilità di morire per COVID-19 in caso di cosiddetta comorbidità, cioè la presenza di condizioni cliniche preesistenti oltre all'infezione scaturita dal coronavirus. Dall'analisi dei dati sui casi confermati è emerso che la probabilità di morire varia in base alla patologia di cui si soffre. Anche in questo caso è importante sottolineare che i valori non rappresentano le percentuali di decessi legati a una determinata patologia, ma le probabilità di morire per COVID-19 per un paziente in presenza della stessa. Le condizioni più letali sono risultate essere quelle legate all'apparato cardiovascolare, che rappresentano la principale causa di morte nei paesi industrializzati (assieme a quelle oncologiche). I tassi di mortalità rilevati dagli scienziati sono i seguenti: COVID-19 e malattia cardiovascolare 10,5 percento COVID-19 e diabete 7,3 percento COVID-19 e malattia respiratoria cronica 6,3 percento COVID-19 e ipertensione 6,0 percento COVID-19 e cancro 5,6 percento Nello 0,9 percento dei casi si sono registrati decessi da COVID-19 in assenza di patologie pregresse Tasso di mortalità per genere: uomini anziani rischiano di più Come emerso sin dalle prime analisi epidemiologiche, il nuovo coronavirus risulta essere più fatale per gli uomini anziani con condizioni patologiche preesistenti. Gli scienziati del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie (CCDC) hanno rilevato che il tasso di mortalità risulta più alto per gli uomini (2,8 percento) contro l'1,7 percento delle donne. I ricercatori sottolineano nel loro studio che in Cina il vizio del fumo è molto più diffuso tra gli uomini, e che tale vizio determina condizioni respiratorie che possono aggravare in modo significativo l'infezione da coronavirus. Coronavirus meno letale di quanto atteso In base a quanto dichiarato a fanpage dalla virologa di fama internazionale Ilaria Capua, il virus starebbe circolando in Italia da settimane, forse da mesi, e che il numero elevato di casi rilevati negli ultimi giorni potrebbe dipendere dal fatto che "forse, molto banalmente, abbiamo diagnosticato di più e prima" rispetto ad altri Paesi. In pratica, non ci saremmo accorti della presenza del virus poiché poco evidente dal punto di vista clinico nella maggior parte dei casi. "Vuol dire che il numero degli infetti è maggiore di quanto pensavamo. E il potenziale letale del virus, molto minore", ha specificato la virologa. Fonte: https://scienze.fanpage.it/

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