Trentasette giorni dopo la seconda dose di vaccino Pfizer-Biontech, un sanitario napoletano di 32 anni, Daniele M., è risultato positivo al Coronavirus.
L'esito del tampone molecolare, effettuato ieri presso la sede Asl Napoli, del Frullone, è arrivato questa mattina.
Una doccia fredda per Daniele, che lavora nell'ambito della sanità privata campana, dipendente di una cooperativa che si occupa di cure e assistenza domiciliare, e che si era sottoposto alla doppia dose di vaccino nel gennaio scorso.
Il vaccino effettuato a gennaio
"Ho effettuato le due dosi di vaccino
Pfizer - racconta a LaPresse - a gennaio, la prima il 10, la seconda il 31.
Dopo aver scoperto della positività di mio figlio e poi anche dell'altro mio figlio, nonché di mia moglie, ho deciso di sottopormi a tampone molecolare ieri.
Oggi ho ricevuto i risultati e mi è stata riscontrata la positività".
Il giovane sanitario per fortuna sta bene, così come i figli piccoli e la moglie.
Tra i sintomi solo "il raffreddore", mentre "gli odori - racconta Daniele - li percepisco senza problemi".
Per i bimbi "raffreddore e tosse".
"Mia moglie - sottolinea ancora l'assistente sociosanitario - ha avvertito un po' di oppressione al petto, ma l'ho tenuta sotto controllo e satura bene.
Ha anche già cominciato la cura medica a base di antibiotico e cortisone". Per evitare di contagiare i pazienti, Daniele rimarca:
"Mi sono messo subito in isolamento, in modo tale da non andare al lavoro, visto che mi occupo di assistenza domiciliare".
"La mascherina ce l'ho cucita addosso, non la levo mai, sapendo che comunque il rischio è sempre dietro l'angolo.
Difatti sono risultato positivo, nonostante il vaccino".
Adesso l'Asl Napoli 1 dovrà effettuare un tracciamento "attraverso l'indagine epidemiologica per un approfondimento, per capire come mai il vaccinato si sia positivizzato" spiega il direttore generale dell'Azienda sanitaria locale Napoli 1 Centro, Ciro Verdoliva.
"Faremo dei nostri approfondimenti - ribadisce - con l'Unità operativa epidemiologica".
"Tutti i casi vanno analizzati uno ad uno per verificare se sono stati infettati da varianti resistenti al vaccino" rimarca invece Andrea Crisanti a LaPresse, commentando quanto successo.
"Questi casi comunque rientrano nella normalità - sottolinea il professore di microbiologia dell'Università di Padova.
Il livello di protezione è del 90-95%, questo vuol dire che su 100 persone 95 sono protette e 5 no.
La cosa confortante - prosegue Crisanti - è che se si ammalano, è rarissimo che sviluppino la malattia in forma grave.
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