Gianluca Festa, l'ex sindaco di Avellino
Gianluca Festa, l'ex sindaco di Avellino

La Corte di Cassazione ha disposto la scarcerazione dell’ex sindaco di Avellino, Gianluca Festa, coinvolto nell'inchiesta Dolce Vita e accusato di reati gravi come peculato, corruzione nell’esercizio delle funzioni, falso, induzione indebita e turbativa d'asta

La decisione della Suprema Corte è arrivata dopo l'annullamento di due ordinanze di custodia cautelare, segnalando un punto di svolta per la difesa.

Le accuse e l'inchiesta Dolce Vita

Gianluca Festa era stato al centro di una complessa indagine giudiziaria che lo vedeva imputato di una serie di reati legati alla sua attività amministrativa come sindaco di Avellino. Le accuse spaziavano dal peculato alla turbativa d'asta, passando per episodi di corruzione e falso. L'inchiesta, denominata Dolce Vita, aveva scosso la politica locale e portato a diverse misure cautelari nei confronti di Festa, costretto agli arresti in attesa di ulteriori sviluppi.

La strategia difensiva: il ruolo delle intercettazioni e il trojan

Gli avvocati difensori di Festa, Luigi Petrillo e Dario Vannetiello, hanno concentrato la loro strategia su un aspetto fondamentale: l'inutilizzabilità delle intercettazioni. La difesa ha infatti messo in dubbio la validità delle prove raccolte attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e soprattutto con l'uso del trojan, uno strumento tecnologico che permette di monitorare dispositivi elettronici a distanza. Queste intercettazioni erano state uno degli elementi chiave su cui si basava l'accusa.

I difensori hanno puntato sulla contestazione della legittimità del modo in cui queste prove erano state raccolte, sottolineando come la loro utilizzabilità fosse compromessa da errori procedurali. La Sesta Sezione Penale della Cassazione ha accettato i ricorsi presentati dagli avvocati, che sono riusciti a ottenere l'annullamento senza rinvio delle ordinanze di custodia cautelare.

Il successo in Cassazione: un ricorso “saltum” decisivo

La decisione della Cassazione ha rappresentato una vittoria importante per Festa e i suoi avvocati, che hanno ottenuto l'annullamento di ben due ordinanze di custodia cautelare, una datata 18 aprile e l’altra del 10 luglio. Particolarmente significativo è stato l'accoglimento del ricorso "per saltum", una procedura di impugnazione che ha una soglia di accoglimento molto bassa in Cassazione, rendendo il successo ancora più rilevante. Questa strategia ha permesso di bypassare alcuni passaggi del normale iter giudiziario, arrivando direttamente al giudizio della Cassazione.

L’avvocato Dario Vannetiello, che ha discusso il caso insieme al collega Luigi Petrillo, ha descritto l’esito in Cassazione come frutto di una “partita perfetta”, giocata con abilità tattica e giuridica. I due legali sono riusciti a convincere la Suprema Corte della non validità delle prove raccolte, ottenendo così il ritorno in libertà del loro assistito.

Le conseguenze per Festa e la politica avellinese

Con l'annullamento delle misure cautelari, Gianluca Festa torna in libertà, segnando un momento cruciale nella sua battaglia legale. Sebbene l'inchiesta Dolce Vita non sia ancora giunta a conclusione definitiva, questa decisione rappresenta una battuta d'arresto significativa per l'accusa e potrebbe influenzare l'evoluzione del caso.

L'ex sindaco di Avellino, al centro dell'attenzione pubblica e politica, potrà ora difendersi da una posizione meno sfavorevole, rafforzando la sua immagine in vista di futuri sviluppi. Tuttavia, la vicenda resta un importante esempio di come le procedure legali e i cavilli giuridici possano giocare un ruolo determinante nei processi ad alto impatto mediatico e politico.

La scarcerazione di Gianluca Festa e l'annullamento delle ordinanze di custodia cautelare segnano un punto di svolta nell'inchiesta Dolce Vita. La strategia difensiva basata sull'inutilizzabilità delle intercettazioni si è rivelata decisiva per ottenere questo risultato. Festa potrà ora affrontare il resto del processo in libertà, mentre la comunità di Avellino resta in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.

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