GIULIA TRAMONTANO. "Siamo nella fase clou delle indagini sull'omicidio di Giulia Tramontano", afferma l'avvocato Giovanni Cacciapuoti in un'intervista a ilGiornale.it. L'avvocato Cacciapuoti rappresenta la famiglia della vittima, una giovane donna di 29 anni incinta al settimo mese, brutalmente uccisa con oltre 37 coltellate dal suo compagno Alessandro Impagnatiello il 27 maggio scorso a Senago, nella periferia nord-ovest di Milano.

La procura ha disposto una serie di accertamenti tecnici e rilievi dattiloscopici su alcuni oggetti trovati all'interno dell'abitazione in via Novella, luogo in cui si è consumato il delitto. In particolare, i periti stanno analizzando un computer portatile e un nastro grigio rinvenuti sulla scena del crimine.

Un'importante tappa delle indagini

Sarà rappresentata dagli esami sul cordone ombelicale e sul feto, previsti per oggi, mercoledì 5 luglio. Questi esami, insieme ad altri accertamenti, saranno fondamentali per valutare la presenza di premeditazione, che al momento è esclusa dalle accuse formulate dal giudice istruttore nei confronti dell'indagato. Alessandro Impagnatiello, un ex barman di 30 anni, è accusato di omicidio aggravato, occultamento di cadavere e interruzione non consensuale di gravidanza.

La vittima era incinta del piccolo Thiago, che sarebbe dovuto nascere a luglio, tra pochi giorni. Dal punto di vista legale, la qualifica giuridica del feto potrebbe cambiare, passando da "concepito" a "persona", nel caso in cui, al momento dell'omicidio di Giulia, il travaglio fosse già iniziato.

"Non sappiamo se, a causa dello stress causato dall'azione omicidiaria, potrebbe esserci stato un impulso, ad esempio, dell'ossitocina. Se il travaglio fosse già iniziato, ci sarebbe una modifica dell'accusa", spiega l'avvocato Cacciapuoti.

In sostanza, se si potesse dimostrare l'esistenza di un "impulso di nascita", all'indagato potrebbe essere contestato un duplice omicidio. Uno dei motivi per cui gli esami sul cordone ombelicale e sul feto sono di fondamentale importanza è quello di comprendere anche le cause della morte del bambino che Giulia portava in grembo, come sottolineato dall'avvocato della famiglia Tramontano.

I rilievi tecnici sul computer e gli altri accertamenti tecnici riguardano un pc trovato nell'appartamento di Senago, la cui proprietà al momento è sconosciuta:

"Non sappiamo se appartenga a Giulia o a Impagnatiello", afferma Cacciapuoti. "Il 7 luglio verranno effettuati rilievi dattiloscopici su un nastro grigio, anch'esso trovato nell'appartamento di via Novella", prosegue l'avvocato, "mentre il 12 luglio sono previsti ulteriori approfondimenti tecnici. Tutti questi esami serviranno a verificare, oltre alle circostanze già riconosciute dal giudice istruttore, l'eventuale presenza di premeditazione".

La scoperta di tracce di sangue nell'auto rappresenta una svolta investigativa nell'omicidio di Giulia Tramontano

Attualmente, le indagini sono coordinate dal pm Alessia Menegazzo e dall'aggiunto Letizia Mannella, e si trovano in una fase cruciale. "Gli investigatori stanno svolgendo un lavoro minuzioso", conclude l'avvocato Cacciapuoti, "non sappiamo se l'inchiesta sarà conclusa prima o dopo l'estate. In ogni caso, indipendentemente dalle decisioni della procura, che potrebbe optare per un'udienza preliminare o un rinvio a giudizio immediato dell'indagato, noi e i familiari di Giulia siamo pronti a far valere le nostre ragioni".

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