Filippo Turetta in lacrime: «Ho coperto il corpo di Giulia, le ferite erano brutte»
Le motivazioni dell’omicidio della giovane Giulia Cecchettin in un racconto confuso e drammatico di ossessione e violenza
Filippo Turetta ha raccontato con parole sofferenti e incerte la sua versione dei fatti sull’omicidio di Giulia Cecchettin, l’ex fidanzata che ha brutalmente ucciso con 75 coltellate.
Davanti alla Corte d’Assise di Venezia, Turetta ha espresso il risentimento e la frustrazione che l’hanno portato a compiere l’atto tragico, ammettendo che Giulia «non voleva tornare con lui». Tra le lacrime, ha confessato di provare rabbia e confusione, sentimenti che l’hanno indotto a commettere un femminicidio che ha scosso profondamente l’Italia.
Le Memorie di Turetta: Frammenti di Rabbia e Dolore
Durante il processo, Turetta ha presentato circa quaranta pagine di memorie, un tentativo di mettere per iscritto le sue emozioni e i pensieri che lo hanno spinto ad agire in modo così violento. Con lo sguardo basso e risposte incerte, l’imputato ha descritto la sua sofferenza per la fine della relazione con Giulia, che lo ha portato a formulare piani di riconciliazione o, come egli stesso ha confessato, di violenza. Secondo Turetta, ha cominciato a scrivere queste memorie «per mettere ordine ai pensieri» durante un periodo difficile della sua vita.
L’Incontro in Aula con il Padre di Giulia
All’udienza era presente anche Gino Cecchettin, il padre di Giulia, che ha seguito attentamente ogni parola di Turetta. Nonostante i due fossero separati da pochi metri, Turetta ha evitato lo sguardo di Gino, mantenendo lo sguardo fisso a terra per la maggior parte del tempo. Questo incontro segnava la prima apparizione pubblica di Turetta dal suo arresto avvenuto in Germania il 19 novembre 2023, dopo la fuga post-omicidio.
Il Piano di Turetta: Pensieri Oscuri e Intenzioni Pericolose
Durante l’udienza, Turetta ha rivelato che inizialmente aveva pianificato di rapire Giulia per forzarla a riconciliarsi. Con voce bassa e sguardo fisso al pavimento, ha raccontato di come avesse immaginato un piano «per stare ancora con lei» e di aver iniziato a scrivere appunti già il 7 novembre, quattro giorni prima del delitto. Tra i suoi pensieri, l’idea di punire Giulia per la sua mancanza di volontà a riprendere la relazione si era fatta via via più insistente.
La Notte del Crimine: Tra Lacrime e Ammissioni
Turetta ha ricordato il momento dell’omicidio con parole frammentarie e dolorose, descrivendo come Giulia cercasse di fuggire e di difendersi, mentre lui continuava a colpirla. In lacrime, ha dichiarato di non aver mai pensato che il piano di rapimento potesse fallire. Con un filo di voce, ha raccontato la drammaticità del momento in cui si è reso conto delle condizioni in cui versava il corpo di Giulia: «Era ferita, in cattive condizioni. Pensavo fosse meglio non guardare».
Le Dichiarazioni dell’Avvocato Gentile: «Un Omicidio Premeditato»
Secondo l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della sorella di Giulia, Elena Cecchettin, l’omicidio è stato premeditato e mosso da un impulso di punizione per la volontà della vittima di non tornare con l’imputato. «È un omicidio premeditato», ha dichiarato Gentile durante una pausa dell’udienza, «l’ha punita perché non voleva tornare con lui. È stato un gesto compiuto da un uomo senza empatia».
Elena Cecchettin: Un Dolore Intollerabile
L’assenza di Elena Cecchettin, sorella di Giulia, durante l’udienza ha colpito l’aula. In un messaggio condiviso sui social, Elena ha espresso il peso psicologico che porta da ormai undici mesi: «Non sarò in aula per prendermi cura di me stessa. Continuo ad avere incubi e la mia salute ne ha risentito». Una scelta comprensibile che evidenzia il dolore e la difficoltà della famiglia di affrontare pubblicamente una vicenda così traumatica.
Un Crimine che Lascia un Vuoto
Il processo a Filippo Turetta rappresenta un doloroso momento di riflessione per il sistema giudiziario italiano sul fenomeno del femminicidio. La vicenda mette in luce l’importanza della sensibilizzazione contro la violenza di genere e la necessità di strumenti adeguati per prevenire casi simili in futuro. Le memorie di Turetta, per quanto sconnesse e confuse, raccontano il dramma di una relazione che è sfociata in un crimine terribile, con una vittima che ha pagato con la vita e una famiglia che continuerà a portare il peso della perdita.