Dopo una settimana di fuga, Filippo Turetta, accusato dell'omicidio di Giulia Cecchettin, è stato fermato in autostrada in Germania. Le prime parole pronunciate agli agenti di polizia, "Ho ucciso la mia ragazza", rivelano il peso dei tragici eventi.

Mentre attendiamo il suo ritorno in Italia, emergono dettagli inquietanti sulla sua fuga e gli oggetti rinvenuti nella sua auto.

Fuga e Consegna alle Autorità di Filippo Turetta:

Prostrato e esausto, il 22enne non ha opposto resistenza all'arresto e ha chiesto di essere riportato in Italia. Attualmente rinchiuso nel carcere di Halle, è sorvegliato attentamente. La richiesta di estradizione è in corso, con la Procura generale di Naumburg che si attende la consegna "nei prossimi giorni", secondo il portavoce Klaus Tewes.

Dettagli sulla Detenzione:

La cella di Turetta è descritta come "isolata e blindata", con un controllo continuo. Finora, il giovane non ha rilasciato dichiarazioni, limitandosi a parlare con il suo avvocato tedesco. Testimonianze descrivono un ragazzo freddo, che sembra ignorare l'accaduto.

Nella Punto trovati «coltello da cucina di 12 cm, guanti e scheda sim straniera»

La polizia tedesca ha trovato nella sua auto un coltello da cucina con una lama di dodici centimetri, ritenuto l'arma del delitto. L'arma era custodita in un borsone insieme a guanti e un cellulare. Altri dettagli indicano la presenza di un secondo coltello nel luogo presunto dell'omicidio.

Tracce di Sangue e Altri Elementi:

La vettura presentava tracce di sangue, confermando la violenza subita da Giulia Cecchettin. Soldi in contanti, circa 300 euro, rinvenuti insieme ad altri oggetti personali. Ulteriori indagini stanno cercando di verificare l'acquisto di una scheda SIM straniera per sfuggire ai controlli durante la fuga di sette giorni, un periodo definito anomalo dagli esperti.

LA LOTTA DI GIULIA CONTRO FILIPPO TURETTA

Giulia Cecchettin ha lottato per quasi 25 minuti, ha cercato di correre; accoltellata, inseguita e buttata a terra dal suo carnefice, ha battuto la testa sullo spigolo di un marciapiede. Agonizzante buttata dentro la Punto nera che ha vagato tra Veneto e Friuli, infine abbandonata dentro un bosco, con sopra un sacco di tela.

Così ricostruita, nell'ordinanza di custodia cautelare del Gip di Venezia, il femminicidio di Giulia Cecchettin, morta per mano di Filippo Turetta nella notte di sabato 11 novembre. In otto pagine il giudice ripercorre gli orari di una doppia aggressione tra Vigonovo, a pochi metri da casa, e poi nella famigerata strada industriale di Fossò, da cui è poi iniziata la folle fuga dell'auto. Anche se la richiesta italiana di consegna di Filippo Turetta non è ancora arrivata in Germania, la Procura generale competente, quella di Naumburg, si aspetta che Filippo Turetta venga consegnato all'Italia «in alcuni giorni». (Fonte: Il Messaggero/LaVocediVenezia)

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