Strage familiare a Nuoro
Strage familiare a Nuoro

Il giorno dopo la terribile strage, emergono nuovi dettagli dalle parole del figlio 14enne di Roberto Gleboni, unico sopravvissuto all’orrore. 

«Stamattina a casa urlavano tutti», ha detto il ragazzo ai soccorritori mentre veniva trasportato in ospedale. 

Il giovane è stato ferito di striscio alla mandibola e ha subito un intervento chirurgico per la rimozione di alcune schegge. Attualmente, non può avere contatti con nessuno, a parte il personale medico, fino a quando non sarà ascoltato dagli inquirenti in modalità protetta.

Le urla, riportate dal ragazzo, suggeriscono che prima della strage possa esserci stata una lite familiare, ma al momento il quadro investigativo è ancora incerto. Sarà fondamentale il suo racconto per chiarire cosa sia realmente accaduto e cosa abbia spinto il padre a compiere un gesto così estremo.

L’indagine sul movente: in cerca di risposte

Gli inquirenti stanno lavorando senza sosta per scoprire il movente dietro la tragedia di Nuoro. Roberto Gleboni, un operaio forestale di 52 anni, ha ucciso la moglie, due dei suoi figli, la madre e un vicino di casa prima di togliersi la vita.

Ad oggi, non sono emerse segnalazioni di conflitti familiari, denunce di violenza o problemi di coppia che potessero far presagire una simile tragedia. Gli investigatori stanno dunque focalizzando l’attenzione sugli accertamenti tecnici, analizzando i telefonini e i computer delle vittime e dell'omicida, nella speranza di trovare qualche indizio. Anche le condizioni economiche della famiglia sono sotto esame, con gli inquirenti che ipotizzano che un possibile problema finanziario potrebbe essere stato il fattore scatenante.

La vita di Martina Gleboni: una ragazza brillante e amata

Tra le vittime c’è Martina Gleboni, la figlia maggiore, una giovane donna di grande talento e determinazione. Il suo professore di laurea, Carlo Pala, ha ricordato Martina come una ragazza eccezionale, «un tesoro di ragazza, studiosissima e molto brillante». Martina aveva appena concluso un tirocinio in tribunale e stava studiando per i concorsi pubblici, determinata a proseguire la sua carriera.

Martina era molto legata al padre, tanto che nella sua tesi di laurea lo aveva definito "l'uomo della mia vita". Questo dettaglio, emerso in seguito alla strage, rende il dramma ancora più incomprensibile e doloroso per chi la conosceva. Il professore ha ricordato con affetto anche l’ultima volta che l’aveva vista, raggiante e felice insieme al suo fidanzato, senza mai poter immaginare quale tragico destino l’aspettasse.

Il dolore per la perdita di Francesco: il banco vuoto a scuola

Un altro tragico tassello di questa storia riguarda Francesco, il figlio minore di 10 anni, ucciso dal padre. Nella scuola elementare di Monte Gurtei, a Nuoro, i suoi compagni di classe hanno voluto omaggiarlo con lettere e mazzi di fiori posati sul suo banco. Francesco era molto amato dai suoi compagni e descritto dalle mamme come «il più bravo della classe, gentile e sempre disponibile».

Anche le famiglie degli altri alunni sono state scosse dalla notizia, sottolineando come nulla avesse mai fatto presagire un simile dramma. I genitori di Francesco erano descritti come persone riservate, e nessuno aveva notato segni di disagio nel bambino.

I vicini di casa: i segnali ignorati di Roberto Gleboni

Nel quartiere di via Ichnusa, dove la famiglia viveva, i vicini di casa sono rimasti sconvolti dall'accaduto. Alcuni hanno ricordato Roberto Gleboni come una persona tranquilla, anche se recentemente aveva mostrato comportamenti insoliti. «Aveva delle reazioni sproporzionate per cose banali», ha raccontato un vicino, menzionando piccoli dispettucci riguardo la raccolta differenziata.

Un altro vicino ha rievocato i momenti della tragedia: «Ho sentito un boato fortissimo, poi gli spari in sequenza rapida. Non potevo immaginare che fossero spari su delle persone». Gli abitanti del condominio, come tutti, sono ancora increduli di fronte alla portata della strage.

Un dramma che scuote l’Italia intera

La strage familiare di Nuoro ha lasciato un segno profondo nella comunità locale e in tutto il Paese. Le circostanze che hanno portato a questa tragedia restano ancora avvolte nel mistero, e tutti attendono con ansia le risposte che arriveranno dalle indagini.

La storia di questa famiglia, apparentemente normale e serena, è stata segnata da una violenza inspiegabile che ha spezzato cinque vite, lasciando un giovane ragazzo di 14 anni solo e traumatizzato.

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