Il Reddito di cittadinanza deve essere cambiato ma non abolito. La presa di posizione si basa sui dati relativi alle categorie economicamente più svantaggiate nel nostro Paese, pubblicati ieri dalla stessa Caritas in occasione della Giornata internazionale di lotta alla povertà. I numeri dell’ente confessionale della Cei dicono che nel 2021 la povertà è arrivata al massimo storico in Italia e il sussidio pubblico introdotto nel 2019 dal governo Conte I raggiunge oggi poco meno della metà dei poveri assoluti (che in tutto sono 5,6 milioni), ovvero il 44%. Per questo, visto che “la povertà morde”, secondo il cardinale Matteo Zuppi, “il Reddito va mantenuto e dato a tutti i poveri assoluti”. Reddito di cittadinanza: che succede nel 2023 se non vengono stanziate nuove risorse? La Chiesa cattolica di Papa Francesco, in questo modo, prende nettamente posizione contro la cancellazione del Reddito di cittadinanza, avvertendo il prossimo governo di centrodestra probabilmente guidato da Giorgia Meloni. La sostanza è che i poveri sono troppi e in questo momento di crisi economica, tra inflazione alle stelle e caro-bollette, le persone più in difficoltà sono da sostenere.

Reddito di cittadinanza, la modifica allo studio di Meloni

La leader di Fdi non ha mai detto di voler cancellare qualsiasi strumento contro la povertà, ma di certo la modifica che vorrebbe la Chiesa non porterebbe certo a un risparmio di risorse ed una platea di persone coinvolte minore rispetto all’attuale. Proprio quello in cui sperava Meloni per recuperare fondi e utilizzarli per affrontare l’attuale crisi economica. Perché è impossibile cancellare il Reddito di cittadinanza I dati della Caritas mostrano che è difficile smontare immediatamente la struttura fondamentale del Reddito di cittadinanza. Il rischio è di farlo contro varie forze sociali. E ridurre in condizione di quasi-indigenza molte persone che non hanno un lavoro. Il punto, come sottolineato dalla stessa Caritas, è che il vero problema che si nasconde dietro alle polemiche sul Reddito non sono tanto le truffe (che pure ci sono e valgono milioni di euro), ma la carenza di politiche sociali e di posti di lavoro. Questi non si creano in due mesi con una legge di Bilancio, quindi l’unica opzione per Meloni è avviare una riforma graduale del sussidio pubblico, per portare nel tempo a lavorare e non a prendere il Reddito chi ad oggi può farlo. Risparmiare subito sul Reddito, insomma, è molto difficile e ha forti controindicazioni. [sv slug="seguici"]
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