Incubo Coronavirus al Sud, nove casi in un ospedale. Ci sono anche sanitari
Due reparti contaminati. Diversi sanitari positivi fra i 9 nuovi contagi registrati nella città calabrese dello Stretto. È allarme all’ospedale metropolitano di Reggio Calabria, che nel giro di poche ore è stato costretto a blindarsi per un'altra volta.
Ricoveri non urgenti, visite specialistiche ambulatoriali e attività intramoenia sospesi, divieto di ingresso di parenti e familiari dei degenti, screening totale di pazienti e personale. In poche ore l’ospedale sembra tornato ai mesi del lockdown. Quando nessun estraneo era autorizzato a varcare la soglia dell’unico ingresso funzionante, presidiato da sanitari con termoscanner.
Casi di Coronavirus fra i sanitari
A far scattare l’allarme, diversi casi di positività fra il personale come fra i familiari dei degenti. Tutti quanti – fa sapere la direzione sanitaria – avrebbero contratto il Covid19 all’esterno della struttura, ma ugualmente adesso si rende necessario sottoporre a controllo non solo medici, infermieri e personale, ma anche pazienti e familiari che siano stati in contatto con loro.
Dopo mesi a contagi zero o nell’ordine di poche unità, da giorni ormai a Reggio Calabria si registra un aumento di casi, per lo più legati ai rientri in regione dal Nord Italia o dall’estero. Escluso l’obbligo di registrarsi sul sito della Regione, non c’è alcuna prescrizione per chi arriva in Calabria, fuorisede o turista che sia.
Il tampone è previsto a discrezione dell’Azienda sanitaria territoriale competente e la stessa presidente Jole Santelli ha ammesso che in Calabria tuttora non è possibile processarne più di 1300 al giorno.
Circostanze che fino ad oggi non sembrano aver impensierito né la presidente, né la sua Giunta, preoccupati per lo più dei numeri della stagione turistica e delle attività ad essa correlate.
Non più tardi di qualche giorno fa, l’assessore Fausto Orsomarso dall’alto della console del noto dj internazionale Bob Sinclar, ospite di una nota discoteca di Belvedere Marittimo, inneggiava alla “movida responsabile” con alle spalle una pista strapiena di persone e non tutte dotate di mascherina.
La movida
"Ovviamente è difficile controllare l'entusiasmo giovanile e chi è stato giovane sa che non balli su una mattonella" ammiccava il giorno successivo il politico su facebook, mentre la questura di Cosenza inviava le pattuglie dell’esercito, impegnate nel programma di controllo del territorio “Strade sicure”, a controllare la movida fra i locali del cosentino.
E solo ieri, il caso di un giovane scopertosi positivo dopo una serata in discoteca a Soverato ha fatto scattare la chiusura di tutti i locali della zona. E lunghe file di centinaia di ragazzi in attesa di tampone non solo nel catanzarese ma anche nelle province limitrofe. In serata è arrivata la nuova ordinanza della governatrice, per ordinare la chiusura delle discoteche fino a settembre. Ma in tutta la regione c’è crescente preoccupazione. (Repubblica)
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