Cognati uccisi, le "amnesie" del suocero assassino: "Non ricordo nulla". Quello che emerge adesso
Cognati uccisi a Sant'Antimo, tutte le verità sulla vicenda. Le "amnesie" di Raffaele Caiazzo, responsabile del duplice omicidio. La comunità è ancora sotto choc
L'attesa per l'udienza di convalida di Raffaele Caiazzo, l'uomo che ha ucciso i due cognati in un accesso di follia, è accompagnata da luce e ombra. Caiazzo ha confessato di aver ucciso Luigi Cammisa, il marito di sua figlia, e viene sospettato di avere una relazione con la compagna di suo figlio, Maria Pesacane, che è stata anch'essa uccisa. Tuttavia, Caiazzo afferma di non ricordare nulla del secondo omicidio.
Restano oscuri quei dieci minuti che hanno separato i due attacchi e rimane il mistero della pistola, una 7,65, mai trovata dai carabinieri. Il pm della procura di Napoli Nord, Marco Lojodice, ha emesso un decreto di fermo motivato dalla necessità di arrestare Caiazzo a causa del pericolo di fuga e della sua pericolosità derivante da un carattere impulsivo e violento.
Oggi l'indagato comparirà davanti al gip, assistito dall'avvocato Luigi Ciocio. Se deciderà di rispondere alle domande dei magistrati, potrà fornire informazioni mancanti per comprendere appieno questa tragedia. Caiazzo sostiene che la sua mente è stata sconvolta dall'idea di una relazione segreta tra i due cognati.
Nel frattempo, la città di Sant'Antimo si risveglia dover affrontare una vicenda assurda e inaccettabile. La comunità appare divisa nei giudizi, separata da una linea di demarcazione riguardo alla compassione: mentre per Giulia Tramontano, uccisa insieme al figlio non ancora nato, l'intera città ha espresso il suo dolore attraverso una marcia silenziosa liberatoria, si nota un atteggiamento diverso nei confronti di Maria Brigida Pesacane, madre di due bambini di due e quattro anni, e di suo cognato Luigi Cammisa, 29 anni, operaio e padre di due figli di tre e sette anni, uccisi dal suocero.
Cognati uccisi, la comunità è ancora sotto choc
"Raffaele era un povero cristo", commenta uno dei pensionati che trascorrono le giornate davanti al Comune di Sant'Antimo. "Era solitario e aveva smesso di lavorare da quando riceveva il reddito di cittadinanza. Lui e sua moglie si arrangiavano cucinando cibo per strada. Ultimamente, era scomparso completamente dalla circolazione".
È inutile cercare di suonare il campanello dell'edificio in cui l'omicida viveva con sua moglie Assunta, al civico 11 di via Professore Caiazzo: nessuno risponde, anche se si sentono voci concitate provenire dall'appartamento al primo piano. La stessa situazione si presenta in via Diaz, dove Luigi Cammisa abitava con sua figlia e la moglie di Caiazzo. Una vicina risponde quasi sussurrando che Anna Cammisa, la moglie, non è presente e potrebbe essere andata dalla madre. Le persone sembrano restie a parlare, come se questa tragedia familiare fosse causata dalla camorra. Non invece dalla follia di un uomo tormentato da terribili fantasmi.
Il sindaco Massimo Buonanno afferma: "Ricorderemo le due vittime di giovedì scorso con iniziative. Dobbiamo impegnarci di più nel sociale per promuovere la crescita comunitaria. Per questo, abbiamo in programma la riapertura della biblioteca comunale e la creazione di auditorium multimediali in tutte le scuole".