Il baby boss Emmanuele Marigliano a Nicola Rullo: "Ci ripigliamo tutto quello che è nostro"
L'operazione delle forze dell'ordine mette fine a uno scontro sanguinoso che ha insanguinato Napoli tra sparatorie, stese e minacce sui social.
L'arresto del boss Nicola Rullo in una villetta di Lago Patria rappresenta un altro colpo decisivo nella lotta alla criminalità organizzata da parte della Procura di Napoli e delle forze dell'ordine. La cattura del latitante chiude un capitolo violento di una faida camorristica scoppiata nel centro di Napoli e che, negli ultimi mesi, ha lasciato dietro di sé vittime, feriti, sequestri e attentati.
Lo scontro ha visto contrapporsi il gruppo storico del clan Contini, legato a Rullo, e le nuove leve delle Case Nuove, guidate dal giovane aspirante boss Emmanuele Marigliano, conosciuto con il soprannome ‘o nano.
La faida tra clan: il ruolo di Emmanuele Marigliano
La rivalità tra il gruppo storico dei Contini e le ambizioni di Emmanuele Marigliano aveva raggiunto un punto di non ritorno. I messaggi pubblicati da Marigliano sui social avevano chiarito le sue intenzioni bellicose: “Voglio la guerra”, aveva scritto, a cui uno dei suoi fedelissimi aveva risposto con tono altrettanto minaccioso: “E guerra sia”.
La loro base operativa era situata in un terraneo usato sia per riunioni che per nascondere pistole e munizioni. Un’immagine divenuta virale sui social ritrae Marigliano mentre passeggia con un mitra AK-47 davanti a una sala da biliardo, con uno dei suoi complici che commenta ironicamente: “Sta facendo il militare davanti al biliardo. È sceso l’Isis”.
La violenta sparatoria di Corso Arnaldo Lucci
Il 17 gennaio 2024, un episodio chiave ha segnato la svolta nella faida. Una violenta sparatoria ha sconvolto Corso Arnaldo Lucci, con 86 bossoli ritrovati a terra e due feriti, tra cui un giovane di 19 anni, Nicola Giuseppe Moffa, e una passante innocente.
Secondo gli investigatori, dietro l'attacco c’era Giuseppe Marigliano, fratello maggiore di Emmanuele, spalleggiato da un complice. Questo evento ha fatto emergere in modo evidente la frattura interna tra le nuove leve e i vertici storici dei Contini.
Il ritorno di Nicola Rullo e l'escalation di violenza
Ad agosto, la scarcerazione del boss Nicola Rullo aveva ulteriormente aggravato la situazione. La sua presenza sul territorio rappresentava un ostacolo per le ambizioni di Emmanuele Marigliano, che mirava a consolidare il controllo nel quartiere.
Tra il 14 e il 23 luglio, Napoli è stata teatro di ripetute sparatorie e aggressioni. Le nuove leve, guidate da Marigliano, si comportavano come i protagonisti di una saga criminale, utilizzando i social media per ostentare il loro potere, con foto di armi e minacce esplicite ai rivali.
L'operazione delle forze dell'ordine
Il lavoro delle forze dell’ordine, sotto il coordinamento della Procura di Napoli guidata da Nicola Gratteri, ha portato a un doppio blitz risolutivo. Prima con l'arresto di Emmanuele Marigliano e di sei dei suoi sodali, tra cui il fratello maggiore Francesco Marigliano, e successivamente con la cattura di Nicola Rullo.
Queste operazioni seguono altri blitz che nelle ultime settimane hanno colpito duramente i clan De Luca Bossa-Casella-Minichini, i De Micco-De Martino a Ponticelli e le nuove leve degli Amato-Pagano nella periferia Nord di Napoli, compresi Melito e Mugnano.
La strategia della camorra e le minacce social
Le nuove leve della camorra utilizzano i social media come strumento di propaganda e intimidazione. I messaggi minacciosi pubblicati da Emmanuele Marigliano, uniti alle immagini di pistole e fucili d’assalto, testimoniano una crescente spavalderia dei giovani boss, che sembrano ispirarsi più alla cultura popolare delle serie televisive che alle vecchie regole del mondo criminale.
Le forze dell'ordine monitorano costantemente questi canali digitali, raccogliendo informazioni preziose per le indagini e anticipando le mosse dei clan.
La fine della faida: un fragile equilibrio
L'arresto di Nicola Rullo e Emmanuele Marigliano segna la fine, almeno temporanea, di una faida che avrebbe potuto portare a una guerra di camorra senza quartiere. Tuttavia, la situazione nei quartieri di Napoli resta estremamente delicata e il rischio di nuovi focolai di violenza non può essere escluso.
Le operazioni di polizia, pur avendo colpito duramente i clan, rappresentano solo un tassello di un lavoro più ampio che richiede un impegno costante e duraturo delle istituzioni per smantellare le reti criminali alla base di queste guerre di potere.
La cattura di Nicola Rullo è un successo importante per le forze dell'ordine e la magistratura. Tuttavia, il contesto di povertà, disoccupazione e abbandono sociale che alimenta il fenomeno camorristico a Napoli richiede interventi strutturali e politiche a lungo termine.
La sicurezza della città non può dipendere solo dalle operazioni di polizia, ma deve poggiare su un piano di sviluppo sociale, economico e culturale che offra alternative concrete ai giovani delle periferie, sottraendoli così alla morsa della criminalità organizzata.