REDDITO DI CITTADINANZA. Quando viene cancellato? Dopo più di 3 anni la misura di sostegno alla povertà voluto dal Movimento 5 stelle sembra avere ormai le ore contate. Il nuovo governo targato Giorgia Meloni, infatti, ha posto l’
eliminazione del reddito di cittadinanzain cima alle proprie priorità, così da poter utilizzare le risorse risparmiate per misure più congeniali.
A tal proposito, il piano del governo di centrodestra illustrato da alcuni tra i più importanti esponenti. Da Maurizio Leo (consigliere economico per Fratelli d’Italia) a Walter Rizzetto, fino a Ignazio La Russa.
Tutti hanno confermato l’intenzione di
dividere l’attuale reddito di cittadinanza in due misure, separando la parte riconosciuta a coloro che non risultano occupabili da quella che invece spetta a chi lo è. Se per i primi ci sarà comunque una misura di sostegno al reddito, che potrebbe chiamarsi ancora reddito di cittadinanza oppure cambiare nome, per quanto riguarda le risorse destinate a chi può lavorare è previsto un utilizzo differente da quello attuale.
Non ci sarà più, infatti,
un reddito di cittadinanza, visto dal centrodestra come un disincentivo al lavoro, quanto maggiori possibilità di poter essere assunti dalle aziende.
Per questo motivo, chi oggi prende il reddito di cittadinanza è preoccupato di
cosa potrebbe succedere a breve e si chiede fino a quando è lecito fare affidamento sulla misura.
Reddito di cittadinanza cancellato già nel 2023?
Molto probabilmente il governo di centrodestra metterà mano al reddito di cittadinanza già con la legge di Bilancio 2023. D’altronde servirà far quadrare i conti per attuare misure più urgenti. Dai provvedimenti per il contrasto del caro energia alla rivalutazione delle pensioni, e quindi probabile che il reddito di cittadinanza utilizzato per fare cassa.
Da sola la misura costa circa
11 miliardi di euro, risorse che il governo Meloni conta di riutilizzare, seppure in parte, per
rilanciare il mercato del lavoro. Nel dettaglio, il reddito di cittadinanza verrebbe
cancellato per coloro che risultano occupabili, mentre le risorse risparmiate verrebbero girate alle aziende come incentivo all’assunzione.
Come spiegato da Maurizio Leo, infatti, l’intenzione è di riconoscere alle aziende un
bonus dal 120% al 150% in più di deduzioni sul costo del lavoro, così da incentivare le assunzioni e dare un lavoro a tutti coloro che lo stanno cercando. Parimenti, per coloro che non sono sufficientemente formati, la maggior parte degli attuali beneficiari del reddito di cittadinanza, ci sarebbe invece la possibilità di prendere parte a corsi di formazione.
Per chi invece non risulta occupabile
Il reddito di cittadinanza mantenuto, anche se si chiamerà diversamente. Anche perché più fonti interne al centrodestra hanno confermato l’intenzione di aumentarne l’importo per quelle categorie di fragili, ossia per coloro che non sono nella condizione di poter lavorare.
Il piano, quindi, sembra essere di cancellare il reddito di cittadinanza già da gennaio 2023; ma ciò comporterà automaticamente una
sospensione dei pagamenti? Di fatto l’attuale legge stabilisce che il reddito di cittadinanza ha una durata di 18 mesi ed è per questo motivo che la cancellazione potrebbe arrivare solamente a scadenza del beneficio.
Di fatto, con la legge di Bilancio 2023 potrebbe arrivare lo
stop per le nuove domande del reddito di cittadinanza, come pure per le
richieste di rinnovo, facendo così arrivare a scadenza naturale tutti i sostegni ancora riconosciuti.
Difficile, anche legalmente, che possa esserci un taglio netto, con la sospensione dei pagamenti prima della scadenza naturale (o comunque prima che ne vengano meno i requisiti). D’altronde nel passaggio da reddito d’inclusione a reddito di cittadinanza è stato così, dando la possibilità a coloro che percepivano il Rei di scegliere se continuare a beneficiare dello stesso oppure se passare al Rdc, almeno “per la durata inizialmente prevista”.
A oggi, quindi, è difficile prevedere
fino a quando verrà pagato il reddito di cittadinanza: quel che è certo è che alla prima occasione utile, quindi la legge di Bilancio 2023, si provvederà a una netta riforma della misura con il possibile stop a qualsiasi nuova richiesta. (Money)
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