BIMBA FERITA SANT'ANASTASIA. La piccola Assunta è fuori pericolo. La bambina di 10 anni, ferita insieme ai suoi genitori durante una tragica sparatoria fuori da un bar-gelateria a Sant'Anastasia, in provincia di Napoli, sembrerebbe sere fuori pericolo seppur ancora in rianimazione.

Un dramma che ha sconvolto l'intera comunità locale e non solo, finendo così Napoli e le sue province nuovamente sulla bocca di tutti e non certo per qualcosa di positivo.

Bimba ferita a Sant'Anastasia, il drammatico incidente

Sarebbero dunque due giovani, di 19 e 17 anni, i responsabili della tragedia di martedì sera. Entrambi fermati ora per tentato omicidio. La piccola Assunta è stata colpita allo zigomo da un proiettile e ha subito due interventi chirurgici all'ospedale pediatrico Santobono di Napoli.

Nonostante la prognosi riservata, la sua vita non è in pericolo. Anche le condizioni dei suoi genitori non sono gravi. La sparatoria avrebbe potuto avere conseguenze ancora più tragiche, dato che nel bar c'era una festa a cui partecipavano una decina di bambini, fortunatamente rimasti incolumi. La madre è stata dimessa dal Cardarelli e sta raggiungendo il Santobono.

Reazioni sconcertanti su TikTok

In un contesto sconcertante, decine di parenti e amici hanno utilizzato TikTok per esaltare il minorenne arrestato per la sparatoria, figlio di un uomo ucciso anni fa. Frasi di "incoraggiamento" sono state condivise in storie che hanno suscitato indignazione.

Le indagini

Un diciassettenne coinvolto nella sparatoria si è consegnato ai carabinieri, accompagnato dal suo avvocato. In precedenza, un giovane di 19 anni, Emanuele Civita, si era già costituito. Civita, nonostante i suoi soli 19 anni, è accusato gravemente di tentato omicidio e porto illegale di arma in concorso.

È stata una tragedia sfiorata, con un potenziale bilancio di vittime molto più grave. Civita ha scelto di non rispondere alle domande delle autorità. Nonostante la sua giovane età, ha precedenti per droga e il padre è associato a ambienti della malavita vesuviana.

Il complice è stato fermato più tardi e anche lui ha scelto di non parlare. La sua posizione è ora sotto esame da parte della Procura dei Minori. E si sospetta che anche la sua famiglia sia collegata alla criminalità organizzata della zona. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri, un gruppo di giovanissimi è stato allontanato dalla gelateria per disturbare i clienti, e due di loro sarebbero poi tornati aprendo il fuoco in piazza, utilizzando persino una mitraglietta da guerra.

Speranza e coraggio di fronte all'orrore

Nonostante la tragedia e la violenza subita, la storia di Assunta rappresenta anche un messaggio di coraggio e speranza. La comunità si è unita per mostrare solidarietà alla famiglia colpita, e l'attenzione si concentra ora sulla guarigione della piccola Assunta e sul sostegno ai genitori. La sparatoria di Sant'Anastasia ha evidenziato ancora una volta l'importanza di combattere la criminalità organizzata e di promuovere una cultura di collaborazione e denuncia, per garantire un futuro sicuro per tutti i bambini.

Bimba ferita a Sant'Anastasia - Borrelli: “Muro 'omertà comincia a sgretolarsi”

 "In questa vicenda, forse per la prima volta, è saltato il muro di omertà e c'è stata piena collaborazione della cittadinanza con diversi testimoni che hanno fornito preziose informazioni agli inquirenti. È il segno di una mentalità che sta finalmente evolvendosi? Lo vedremo".

Così in una nota il deputato dell'allenza Verdi-Sinistra sulla sparatoria a SANT'ANASTASIA, nel napoletano, ad opera di due persone fermate ieri dopo indagini lampo.

"Ora - prosegue Borrelli - diverse comunità cittadine si sono strette attorno alla famiglia colpita dai proiettili. Noi stessi daremo vita, tramite la nostra portavoce territoriale Ines Barone, ad una manifestazione a SANT'ANASTASIA. Ma questa repulsione collettiva nei confronti della camorra deve poi proseguire ad oltranza, perché soltanto se la si smetterà di trovare giustificazioni, come del tipo "finché si ammazzano tra loro...", di voltare la testa dall'altra parte, di accettare il fenomeno camorristico come un vestito culturale di cui non siamo capaci di disfarci altrimenti resteremmo nudi, di ragionare soltanto per impulsi emotivi pensando che i clan esistano solo quando sparano, la cultura della camorra e dell'omertà potranno essere cancellate dalla nostra terra".

"Se è difficile mandare giù che il popolo si ribelli soltanto in base agli impulsi emotivi, è inaccettabile - rimarca il deputato - che lo faccia lo Stato. Esso ha l'obbligo di combattere le mafie in ogni sede, con ogni mezzo e in ogni stagione, anche sostenendo e tutelando chi da sempre è impegnato nella lotta contro la criminalità organizzata". L'augurio di Borrelli è che "a stretto giro si riescano a ricostruire tutte le dinamiche e che i colpevoli vengano condannati duramente per tentata strage e che si verifichi la provenienza delle armi. Dato che entrambi, anche per questioni familiari, sono legati al clan D'Avino, magari è stato proprio esso a consegnare le armi ai due".

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