culla termica

Un evento tragico ha scosso la comunità di Bari: un neonato è stato trovato senza vita nella culla termica situata accanto alla chiesa di San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco. Una vicenda che ha aperto un profondo dibattito sulla consapevolezza e l'accessibilità delle opzioni disponibili per le donne che si trovano in situazioni di estrema difficoltà.

Il ritrovamento e le prime reazioni

Il dramma si è consumato in un luogo simbolo di speranza, una culla termica pensata per offrire una possibilità di vita ai neonati abbandonati. Nicola Laforgia, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Bari, ha commentato con profonda tristezza l'accaduto: «Io sono triste perché è morto un bambino. Dietro ci sarà un dramma inimmaginabile. Altre riflessioni non ne farei».

Il parto anonimo: un'alternativa poco conosciuta

In Italia esiste la possibilità di partorire in anonimato in ospedale, garantendo sia alla madre che al neonato le cure necessarie. «Andrebbe rimarcata la possibilità per chiunque di partorire nel più completo anonimato in ospedale», ha spiegato Laforgia. Questa soluzione, spesso ignorata, permette di evitare scelte estreme e tragiche come l'abbandono.

Cure garantite senza identificazione

Il parto anonimo in ospedale assicura che non venga registrata alcuna traccia dell'identità della madre. Come sottolineato da Laforgia, «La volontà di non essere riconosciuta viene accolta sia dal reparto di ginecologia che dal reparto di neonatologia e non c’è traccia del nome e di qualunque tipo di identificazione della gestante».

Un appello accorato: 'Partorite in ospedale'

Dietro ogni abbandono si nascondono storie complesse, sofferenza e solitudine. «Capire cosa possa portare una gestante all’abbandono del proprio neonato o della propria neonata è un esercizio di stile. Per favore, partorite in ospedale», è stato l'appello finale di Laforgia.

I precedenti casi di successo

Non è la prima volta che la culla termica della chiesa di San Giovanni Battista viene utilizzata. In due episodi precedenti, nel 2020 e nel dicembre 2023, i neonati lasciati nella stessa struttura sono stati trovati vivi e in buona salute. In quei casi, l'intervento tempestivo del parroco e del reparto di neonatologia ha garantito un lieto fine.

Sul perché questa volta le cose siano andate diversamente, Laforgia non si è pronunciato: «Non conosco le dinamiche». Un silenzio che lascia spazio a molte domande ma che evidenzia l'urgenza di una maggiore sensibilizzazione.

Sensibilizzare per prevenire tragedie future

La tragedia di Bari rappresenta un monito importante: è necessario promuovere con forza la conoscenza del parto anonimo e delle strutture di sostegno alle madri in difficoltà. Ogni vita merita una possibilità.

Questa drammatica vicenda deve spingere le istituzioni, la società civile e i media a fare di più per informare le donne sulle opzioni sicure e protette a loro disposizione. Ogni gesto di prevenzione può fare la differenza tra la vita e la morte.

 

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