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Richard Gere, icona di Hollywood, torna al cinema con il film Oh Canada, diretto da Paul Schrader, in uscita il 16 gennaio 2025. In un'intervista esclusiva, Gere ha raccontato la sua esperienza nel ruolo di un anziano documentarista che affronta le bugie del proprio passato, il suo rapporto con la politica americana e il dolore per la recente perdita del padre.

Il ritorno al cinema con Oh Canada

Richard Gere, celebre per ruoli indimenticabili come quello in American Gigolò, torna a lavorare con il regista Paul Schrader nel film Oh Canada. La pellicola è tratta dal romanzo I tradimenti di Russell Banks e racconta la storia di Leonard Fife, un documentarista che, giunto alla fine della vita, decide di confessare una verità nascosta ai suoi studenti e alla moglie, interpretata da Uma Thurman.

"Per interpretare un uomo di 85 anni, malato e provato dalla vita, ho dovuto studiare molto" – ha dichiarato Gere.

Un film tra bugie e verità

Il protagonista del film, Leonard Fife, è un uomo che ha costruito la sua carriera sull'immagine eroica di un disertore della guerra in Vietnam. Tuttavia, dietro questa facciata si nasconde una realtà ben diversa.

"Ci sono bugie che raccontiamo per proteggere gli altri. Forse queste si possono perdonare" – ha riflettuto Gere. L'attore ha sottolineato l'importanza della sua generazione, quella degli anni Sessanta, che ha reagito con forza agli orrori della Seconda Guerra Mondiale attraverso la musica, il cinema e la poesia.

Il rapporto con la politica americana

Richard Gere, noto attivista e fervente sostenitore della causa tibetana, ha espresso le sue preoccupazioni sulla situazione politica americana.

"Ciò che mi inquieta è l'associazione di un Presidente degli Stati Uniti con due dei multimiliardari più ricchi del mondo. La nostra Costituzione parla di 'noi, il popolo', non 'noi, i miliardari'" – ha affermato l'attore con fermezza.

Gere ha spesso criticato apertamente la politica americana, mostrando un forte impegno sociale e umano nel corso della sua carriera.

Una vita lontano da Hollywood

Da tempo Richard Gere ha lasciato Los Angeles per stabilirsi in Spagna con la moglie Alejandra Silva, di 41 anni.

"Da 35 anni non vivo più a Los Angeles. Le gabbie sono di chi se le costruisce" – ha dichiarato l'attore, rivelando di sentirsi finalmente libero lontano dalle pressioni e dalle dinamiche del mondo hollywoodiano.

Il ricordo del padre

Uno dei momenti più toccanti dell'intervista è stato il ricordo del padre, scomparso poco prima delle riprese di Oh Canada.

"La sua mente, per quanto lucida, cominciava a perdersi. Un giorno, mentre tornavamo dalla sua cittadina natale, mi disse: 'Ti ho mai raccontato di mio figlio Richard?'. Non so chi pensasse che io fossi, ma l'ho lasciato parlare. In quel momento ho ascoltato una storia accurata ma completamente inventata" – ha raccontato Gere con voce rotta dall'emozione.

Un legame speciale con Paul Schrader

La collaborazione con Paul Schrader risale agli anni di American Gigolò. Gere ricorda quel periodo con grande affetto:

"Avevo qualche anno di esperienza teatrale. Schrader aveva già scritto la sceneggiatura di Taxi Driver e con noi c'era un costumista che aveva lavorato con Visconti. Guardammo più volte Il Conformista di Bertolucci: volevamo creare qualcosa di simile."

Questo ritorno sul set insieme al regista rappresenta per Gere non solo una sfida artistica, ma anche un viaggio emotivo nel passato.

Tra cinema e spiritualità

Richard Gere ha sempre vissuto la sua carriera con un equilibrio tra l'arte e la sua profonda spiritualità. Praticante buddista e sostenitore dei diritti umani, l'attore ha dichiarato di sentirsi ancora oggi in grande forma, nonostante i suoi 75 anni.

"Mi sento benissimo alla mia età. Ogni progetto cinematografico è un'occasione per crescere e scoprire nuove verità su me stesso" – ha concluso Gere.

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