Il marito cancella identità moglie per 20 anni, condannato. Un 46enne è stato condannato per i maltrattamenti ai danni della moglie.
I fatti
Il
46enne ex-guardia giurata, per questi fatti nei mesi scorsi è stato arrestato (perdendo anche il lavoro). Infatti secondo quanto emerso dalle ricostruzioni del processo, avrebbe
cancellato l'identità della moglie casertana, costringendola a rimanere quasi sempre segregata in casa e obbligandola a parlare pugliese.
Oltre a questo, la donna era tenuta a dichiarare un'età diversa, a non avere contatti con la famiglia d'origine. Quest'ultima si era opposta al matrimonio perché l'uomo già prima delle nozze picchiava la futura moglie, in quel momento
incinta.
Maltrattamenti anche sulle figlie adolescenti
Le stesse figlie della coppia non sapevano dell'esistenza dei parenti casertani, almeno fino alla fine del 2019. In quell'anno la madre, ormai sfinita per le continue violenze subite, ha preso coraggio rivelando alle giovani ragazze l'esistenza dei familiari a Caserta.
Le adolescenti (anche loro spesso picchiate dal padre)
hanno così contattati i familiari via social.
In un primo momento,
i parenti non hanno creduto alle ragazze. I parenti casertani non avevano infatti notizia della donna da due decadi. Solo successivamente però hanno capito la serietà della situazione.
La denuncia
Così una mattina all'alba sono partiti per
Trani, con l'obiettivo di prendere la donna 56enne e le due figlie. A quel punto, le hanno ricondotte a
Caserta. Una volta nella città campana, le tre vittime sono andate in Questura. Lì hanno denunciato i fatti alla sezione della Squadra Mobile che si occupa di
reati contro le donne.
Il centro anti-maltrattamenti
A questo punto, come da prassi, è intervenuto il
centro antiviolenza Spazio Donna in supporto della madre e delle due figlie vittime. L'avvocata
Martina Piscitelli è il legale che le ha assistite durante il processo, riuscendo infine a far condannare il marito definito dalle donne un "padre padrone".
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