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Donald Trump

Donald Trump, con un ordine esecutivo firmato durante la prima settimana del suo secondo mandato, ha dato il via alla declassificazione di migliaia di documenti governativi riservati legati agli omicidi di John F. Kennedy (1963), Robert F. Kennedy (1968) e Martin Luther King Jr. (1968). Una decisione che, secondo il presidente, mira a garantire trasparenza per le famiglie delle vittime e per il popolo americano.

L’importanza della trasparenza: cosa dice l’ordine esecutivo

L'ordine esecutivo sottolinea che, a oltre 50 anni dagli eventi, il governo federale non ha ancora reso pubblici tutti i documenti relativi a questi crimini. Trump ha dichiarato: «Tutto sarà rivelato», mantenendo una promessa fatta in campagna elettorale. Tuttavia, questa non è la prima volta che l’ex presidente affronta la questione: durante il suo primo mandato, aveva ceduto alle richieste di CIA e FBI di mantenere segreti alcuni documenti per ragioni di sicurezza nazionale.

I documenti su JFK: le ombre su Lee Harvey Oswald

L’assassinio di John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre 1963 a Dallas, è da sempre al centro di teorie cospirative. La versione ufficiale attribuisce la colpa esclusiva a Lee Harvey Oswald, un cecchino di 24 anni. Tuttavia, il successivo omicidio di Oswald da parte di Jack Ruby ha alimentato ulteriori sospetti. Robert F. Kennedy Jr., nipote di JFK, ha espresso dubbi sulla versione ufficiale, sostenendo che ci fossero più attori coinvolti.

Secondo i ricercatori, dei milioni di documenti archiviati sulla vicenda, circa 3.000 non sono ancora stati declassificati. La CIA detiene gran parte di questi documenti, che potrebbero rivelare dettagli significativi sui legami di Oswald con l’ambasciata sovietica e cubana.

La declassificazione: tempi e modalità

L’ordine esecutivo stabilisce che entro 15 giorni il direttore dell’intelligence nazionale e il procuratore generale elaborino un piano per la pubblicazione dei documenti su JFK. Per gli altri dossier, come quelli su Robert F. Kennedy e Martin Luther King Jr., il termine è fissato a 45 giorni. Tuttavia, non è ancora chiaro quando i documenti saranno effettivamente disponibili al pubblico.

Reazioni e critiche: il dibattito politico

L’iniziativa ha generato reazioni contrastanti. Robert F. Kennedy Jr. ha elogiato Trump per la sua decisione, definendola un passo importante verso una maggiore trasparenza. Al contrario, Jack Schlossberg, nipote di JFK, ha criticato l’operazione, accusando Trump di strumentalizzare la memoria del presidente Kennedy per fini politici.

Secondo alcuni esperti, è improbabile che emergano rivelazioni eclatanti. Larry Sabato, direttore del Centro per la Politica dell’Università della Virginia, ritiene che i nuovi documenti possano offrire dettagli interessanti, ma non risolveranno tutti i misteri legati all’assassinio.

Che cosa aspettarsi dai documenti declassificati

I documenti già pubblicati hanno rivelato informazioni sui servizi di intelligence dell’epoca, comprese le attività di Oswald a Città del Messico. Tuttavia, una parte significativa dei dossier, come alcune dichiarazioni fiscali e file distrutti nel tempo, non è mai stata divulgata. I ricercatori sperano che i nuovi documenti possano gettare luce su dettagli finora oscuri, come eventuali coinvolgimenti stranieri o connessioni non ufficiali.

Conclusioni

La decisione di Trump di declassificare i documenti su JFK, RFK e Martin Luther King Jr. rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza storica. Tuttavia, restano dubbi sull’effettivo impatto delle rivelazioni e sui tempi necessari per rendere tutto pubblico. Nel frattempo, l’interesse del pubblico e degli studiosi per questi casi rimane alto, in attesa che emergano nuovi dettagli sui crimini che hanno segnato profondamente la storia americana.

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