Milleproroghe, multe ai no vax, obbligo di polizza anticatastrofi e scudo penale per i medici. Le misure
Dal rinvio delle assicurazioni anti-catastrofi alle nuove regole sui contratti a termine, il decreto porta novità per imprese e lavoratori ma rivela divisioni nel governo.
Il governo si prepara a varare il decreto Milleproroghe, uno strumento che integra le misure non ancora inserite nel decreto fiscale o nella legge di bilancio. Tra le norme in evidenza spicca il rinvio al 31 marzo 2024 dell'obbligo di assicurazione anti-catastrofi per le imprese, approvato inizialmente nella legge di bilancio dello scorso anno. Questo slittamento, accolto con favore dalle aziende, posticipa un onere considerato oneroso da molte realtà produttive.
Inoltre, viene prorogata fino al 31 dicembre 2025 la possibilità di stipulare contratti a termine superiori ai 12 mesi, purché motivati da esigenze tecniche, organizzative o produttive. Per un altro anno sarà attivo anche il Fondo di garanzia per le PMI, accompagnato dal rinnovo dei contributi a fondo perduto e del credito d’imposta per il settore turistico.
Le tensioni politiche dietro le misure
Il clima all’interno della maggioranza si fa teso. Lega e Fratelli d’Italia si scontrano su diversi temi: mentre la Lega critica l’approccio del viceministro dell’Economia Maurizio Leo sul concordato biennale, FdI sostiene questa misura come parte centrale della strategia fiscale. La Lega spinge invece per la rottamazione quinquies, esclusa al momento dal pacchetto.
Sanità e misure straordinarie
Nel decreto spiccano interventi per il settore sanitario, tra cui il rinvio di un anno delle sanzioni per chi non si è vaccinato contro il Covid e l’estensione fino al 2025 dello scudo penale per i medici, limitando la responsabilità penale ai soli casi di dolo o colpa grave.
Il prossimo passaggio in Aula
Dopo la chiusura del Milleproroghe, prevista per lunedì, inizierà il confronto diretto sulla manovra finanziaria. Nel weekend, una riunione tra governo e relatori al Ministero dell’Economia servirà a definire gli emendamenti, con l’approdo del testo in Aula fissato per il 16 dicembre, anche se non si esclude un rinvio al 18.
Il Milleproroghe, come sempre, porta con sé un mix di interventi tecnici e battaglie politiche, evidenziando quanto i nodi interni alla maggioranza restino difficili da sciogliere.