Secondo quanto riportato dal vice sindaco di Wuhan, i medici nella città cinese sarebbero in piena emergenza di materiale protettivo dal contagio di coronavirus. Circa 60mila le tute e mascherine richieste, ma si lavora con circa un terzo e in condizioni pessime.

Coronavirus, al lavoro senza tute

Wuhan i medici continuano a lavorare senza sosta giorno e notte per contrastare il contagio di coronavirus nella nazione, ma a preoccupare ora sono le condizioni in cui i vari team di scienziati sono costretti a lavorare. Secondo quanto riportato dal vice sindaco della città Hu Yabo, delle circa 60mila mascherine e tute indispensabili per proteggersi dal contagio, i medici possono utilizzarne sono 18mila, meno di un terzo di quello preventivato. “Per risparmiare sulle tute intere, i colleghi le cambiano solo una volta ogni quattro, sei, persino otto ore-ha testimoniato uno dei medici che lavora negli ospedali costruiti ad hoc per contenere la diffusione del virus- durante questo periodo, i colleghi non possono mangiare, bere o andare in bagno”. La stessa Commissione sanitaria nazionale ha confermato che alcuni medici sono costretti a indossare i pannoloni durante le ore di servizio, visto che il tempo stringe e i medici non hanno nemmeno il tempo di allontanarsi per andare in bagno.

Rinforzi da Brindisi

Come già confermato nelle ultime ore, da Brindisi nella giornata di sabato 15 febbraio è decollato un aereo destinazione Wuhan carico di circa 18 tonnellate di materiale protettivo, tra cui mascherine, tute e termometri. L’idea è nata dalla collaborazione con l’ambasciata cinese in Italia per consentire proprio ai vari team di scienziati impegnati nel centro epidemico del contagio di poter lavorare senza rischi e nel pieno della prevenzione.
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