Zona Gialla - Finalmente per gran parte delle regioni italiane torna la zona gialla da domani 26 aprile con nuove regole per bar e ristoranti. Cambiano le regole, ma giungono anche le proteste di alcune categorie.
Zona gialla, cosa cambia per i ristoranti
In zona gialla decreto riaperture stabilisce che i locali riaprono a pranzo e a cena, purché all’aperto e nel rispetto del coprifuoco alle 22.
Si potrà stare soltanto seduti al tavolo, in massimo quattro persone, a meno che però non si tratti di conviventi. La distanza è fissata a un metro.
Dal primo giugno, soltanto in zona gialla, i ristoranti potranno restare aperti anche al chiuso, anche se solo dalle 5 alle 18. Anche in questo caso si potrà stare soltanto seduti al tavolo, massimo quattro persone, a meno che non si tratti di conviventi.
Zona gialla, le regole per i bar
La circolare del ministero ai prefetti ha chiarito alcune regole per i bar:
E' permesso il servizio ai tavoli, ovviamente solo se all'aperto e anche al banco solo "in presenza di strutture che consentano la consumazione all'aperto". Altrimenti, l'unico servizio consentito è ai tavoli e asporto, ammesso fino alle 18.
Zona arancione e rossa: bar e ristoranti
In zona arancione e rossa, invece, bar e ristoranti sono chiusi.
Rimane l'opzione dell’asporto di cibo e bevande fino alle 18 dai bar e fino alle 22 da enoteche, vinerie e ristoranti.
Sarà sempre consentita la consegna a domicilio di cibo e bevande.
Le rimostranze delle categorie
Prima della pubblicazione della circolare, erano arrivate le rimostranze di alcune categorie.
Gli esercenti affermavano che "
il provvedimento, per i bar, si traduce in realtà in un inasprimento delle restrizioni. Di fatto, da lunedì, per le imprese senza posti all’esterno sarà di nuovo zona arancione anche in zona gialla, visto che si impone il divieto di consumo all’interno dei locali, nemmeno in piedi al banco, fino a giugno", stando a quanto dice il presidente Fiepet Confesercenti, Giancarlo Banchieri.
"Una norma da rivedere ed incomprensibile, oltretutto specificata con grave ritardo da una circolare del Ministero degli interni resa pubblica ad appena due giorni dalla supposta ripartenza”.
Della stessa opinione anche Claudio Pica, presidente della Fiepet-Confesercenti di Roma e Lazio.
"
Nei bar della capitale non sarà possibile prendere un caffè né un aperitivo al bancone. Si tratta di un giallo mascherato da arancione. Una norma quindi che penalizza tutti i locali, anche in termini economici con perdite per il mese di maggio pari a 150 milioni di euro'', dice lanciando "una proposta: agli esercenti non venga applicato il pagamento del servizio al tavolo come segno di protesta civile nei confronti di una norma che ci penalizza”. (Fonte
Adnkronos)
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