L'attacco di De Magistris
Non è l'Arena diventa il luogo perfetto per togliersi tutti i sassolini dalle scarpe. Dopo l'accusa dell'ex pm antimafia Nino Di Matteo, è Luigi De Magistris a scoperchiare il vaso di Pandora. Il sindaco di Napoli e già eurodeputato, passato dalla giustizia alla politica, ha sferrato un vero e proprio attacco a Giorgio Napolitano e Nicola Mancino, colpevoli - a suo dire - di averlo allontanato da inchieste bollenti quando il prima sedeva al Quirinale e il secondo presiedeva il Csm. "Fui allontanato per volere di Napolitano e Mancino.
Il CSM, Napolitano e Mancino mi hanno fatto fuori, perché fino a quando indagavo su Berlusconi, mi facevano l’applauso; come cominciai ad indagare a sinistra, mi dissero: ma che fai, indaghi pure a sinistra? Io fui spostato, i corruttori li lasciarono in Calabria”.
Gli stessi interessi vengono ora a galla
Una vera e propria bomba ad orologeria sulla magistratura già scossa per le intercettazioni su Luca Palamara, ex presidente Anm, dove i togati invitavano a dar contro a Matteo Salvini anche se aveva ragione. Fu proprio Francesco Basentini, ex-capo del Dap costretto a dimettersi dopo l’uscita dal carcere dei mafiosi a causa del coronavirus, secondo De Magistris, a denunciarlo nel 2007 al Csm. All’epoca, l’attuale sindaco di Napoli era pm a Catanzaro e, in quell'occasione, ordinò una perquisizione al procuratore di Potenza. "Scoprendo – ha ammesso – un grumo di interessi, gli stessi che stanno venendo fuori nel vicenda Palamara".
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Nel frattempo, però, la denuncia di Basentini aveva attivato il Csm. Lì Mancino e il "mandante Napolitano" si mossero e "io fui allontanato da quelle inchieste". Ma c'è di più, perché in quello stesso periodo a presiedere l'Associazione nazionale dei magistrati c'era proprio Palamara, che commento così la notizia dell'allontanamento di De Magistris: "Il sistema ha dimostrato di avere gli anticorpi". Frase che ha preoccupato il primo cittadino: "Ditemi voi - ha concluso - se questa è una frase mafiosa o una frase di un magistrato. Mi assumo la responsabilità penale e civile di quello che dico". (Libero quotidiano)
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