Le discoteche e gli stadi restano chiusi in Italia. E le norme anti-Covid sono prorogate fino al 7 ottobre. «Il governo nazionale non ha mai riaperto le discoteche, lo hanno fatto alcune Regioni che ne avevano la facoltà ma noi siamo intervenuti per richiuderle.
E il Dpcm firmato oggi proroga tutte queste misure che erano già in vigore: sono e restano chiusi quindi sia le discoteche che gli stadi».
Lo ha detto il ministro della Sanità, Roberto Speranza oggi a Pisa a margine di un'iniziativa elettorale a sostegno dei candidati alle prossime elezioni regionali della lista Toscana civica ecologista che fa parte della coalizione di centrosinistra.
Saranno prorogate fino al 7 ottobre le misure anticovid nel Dpcm che dovrà essere firmato questa sera. A quanto si apprende, infatti, le norme non possono essere prorogate per più di un mese.
Le discoteche resteranno chiuse, respinta la richiesta dei gestori (articolo del 19 agosto)
Il Tar ha detto no alla richiesta di riaprire le discoteche. La decisione di chiudere i locali da ballo, dopo i contagi avvenuti fra i giovani, era presa domenica 16 agosto con un’ordinanza del Ministro della Salute, in tema di misure urgenti per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che aveva anche introdotto l’obbligo di mascherina nei luoghi pubblici dove c’è il rischio di assembramenti.
Il sindacato Silb-Fipe-Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo il giorno dopo aveva presentato un ricorso al Tar. Oggi il presidente della terza sezione quater del Tar del Lazio, con un decreto monocratico, ha respinto la richiesta di sospensione cautelare urgente del sindacato. Già fissata il 9 settembre l’udienza in camera di consiglio per la valutazione collegiale del ricorso.
La decisione del Tar Lazio
La decisione del Tar Lazio è stata depositata stamattina alle 9, a meno di 24 ore dall’istanza del Silb. Si tratta di una decisione cautelare monocratica, in attesa della decisione collegiale già fissata per la prima udienza utile, quella del 9 settembre.
Il Tar Lazio respinge la richiesta dei sindacati delle associazioni da ballo, in quanto nel bilanciamento degli interessi la posizione dell’Associazione dei gestori delle sale da ballo “risulta recessiva rispetto all’interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto”.
Il Tar Lazio, nell’ordinanza presidenziale spiega anche che “la natura dei danni ne consente in linea di principio la successiva reintegrazione anche per equivalente, nel caso che il giudizio abbia esito favorevole alla parte ricorrente” e fa cenno anche alla “comune volontà della Conferenza dei presidenti delle regioni e del Ministero dello sviluppo economico di aprire con immediatezza un tavolo di confronto con le Associazioni di categoria, al fine di individuare gli interventi economici di sostegno nazionali al settore”. Fonte: Il Mattino
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