Sciopero medici e infermieri
Sciopero medici e infermieri

La sanità pubblica italiana è al collasso. Medici e infermieri lamentano condizioni di lavoro insostenibili, con personale insufficiente, liste d'attesa interminabili, e una crescente ondata di aggressioni nei loro confronti. Questo clima di malcontento ha spinto i principali sindacati di categoria, tra cui Anaao, Cimo e Nursing Up, a proclamare uno sciopero nazionale per il 20 novembre, in segno di protesta contro una legge di Bilancio considerata insufficiente e inadeguata a risolvere le gravi problematiche del sistema sanitario.

La legge di Bilancio del governo, al centro delle critiche, prevede solo aumenti limitati delle indennità e interventi ritenuti marginali, lasciando il personale medico e infermieristico insoddisfatto. Secondo i sindacati, la manovra rappresenta una vera e propria "presa in giro", che ignora le reali necessità di chi opera in prima linea.

Cosa prevede la manovra del governo per la sanità

Il governo ha introdotto alcuni provvedimenti che mirano ad aumentare il trattamento economico di medici e infermieri. In particolare, sono previsti:

  1. Incremento dell’indennità di specificità per medici e veterinari, che passerà a 50 milioni di euro nel 2025 e a 327 milioni annui dal 2026.
  2. Aumenti salariali per gli specializzandi, con un incremento del 5% per tutte le specializzazioni e del 50% per quelle considerate meno ambite, come Medicina d’urgenza e Anestesia.
  3. Incremento dell’indennità per il personale non medico della sanità, con 35 milioni di euro nel 2025 e 285 milioni annui dal 2026.
  4. Maggiore riconoscimento economico per le professioni sanitarie della riabilitazione, prevenzione e assistenza sociale, con fondi incrementati di 15 milioni nel 2025 e 150 milioni dal 2026.
  5. Aumento dell'indennità per il personale di Pronto Soccorso, con 50 milioni di euro a partire dal 2025, di cui 15 milioni destinati alla dirigenza medica e 35 milioni per il personale del comparto sanità.

Critiche sindacali: "Provvedimenti insufficienti"

Nonostante questi aumenti, i sindacati ritengono le misure insufficienti e deludenti. La legge di Bilancio, secondo loro, presenta un quadro finanziario che non corrisponde alle promesse fatte in passato dal governo. In particolare, lamentano che gli aumenti salariali previsti siano minimi e posticipati.

Per esempio, per il 2025, il personale medico vedrebbe un aumento di soli 17 euro netti al mese, e per gli infermieri l'incremento sarebbe di appena 7 euro netti. A partire dal 2026, l'aumento previsto per i medici è di 115 euro, ma i dirigenti sanitari non vedrebbero alcun miglioramento. Gli infermieri, invece, otterrebbero circa 80 euro mensili, cifre considerate irrisorie in rapporto alle difficoltà che affrontano quotidianamente.

Inoltre, i fondi stanziati sono per lo più legati a un contratto che verrà discusso soltanto nei prossimi due anni, il che significa che i benefici concreti arriveranno molto più tardi. I sindacati descrivono queste misure come delle "briciole" che non rispondono in alcun modo alle esigenze del personale sanitario.

Il piano di assunzioni: aspettative e dubbi

Un altro aspetto della manovra riguarda il piano di assunzioni, che prevede l'inserimento di circa 30.000 medici e infermieri entro il 2026. Tuttavia, anche su questo punto, i sindacati esprimono dubbi. L’avvio delle assunzioni è previsto solo per il 2025, con l'implementazione che avverrà nel 2026, lasciando nel frattempo il settore in una situazione di grave carenza di personale.

Secondo le fonti ministeriali, il piano di assunzioni rientra in un programma biennale di investimenti, ma le organizzazioni sindacali temono che la lunga attesa e la progressiva fuga del personale dagli ospedali possano peggiorare ulteriormente la situazione.

La sanità in crisi chiede risposte concrete

Il malessere nel sistema sanitario pubblico è profondo e diffuso. Medici e infermieri, schiacciati dalle pressioni lavorative e dalla mancanza di supporto, chiedono azioni concrete e risorse adeguate per migliorare la loro condizione lavorativa e, di conseguenza, la qualità del servizio offerto ai cittadini.

Lo sciopero nazionale del 20 novembre rappresenta un momento cruciale per il comparto sanitario. Il messaggio è chiaro: la manovra finanziaria attuale non basta. Medici e infermieri scenderanno in piazza per chiedere dignità, riconoscimento economico e un futuro migliore per la sanità pubblica.

 

 

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