George Floyd. La città di Minneapolis patteggia con un risarcimento di 27milioni di dollari disposti alla famiglia dell'afroamericano ucciso nel maggio 2020. Si attende ora il processo all'agente accusato di omicidio.
Minneapolis patteggia: 27 milioni di dollari per i Floyd
Accordo tra la città di Minneapolis e la famiglia di George Floyd. L’afroamericano è morto per soffocamento a maggio 2020. Causa di un agente di polizia bianco che gli ha premuto ha il ginocchio sul collo per quasi nove minuti. Minneapolis ha deciso di patteggiare e di versare ai familiari di Floyd circa 27 milioni di dollari come titolo di risarcimento.
Cifra record, l'unica elargita per un caso di cattiva condotta della polizia. Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità il patteggiamento. Ora la famiglia Floyd si augura che anche la giustizia faccia il suo corso e riconosca la responsabilità degli agenti nella sua morte.
L’accordo arriva mentre si è in attesa della selezione della giuria chiamata a esprimersi nei confronti dell'ex agente di polizia Derek Chauvin, autore della morte di Floyd. L'agente ha impedito Floyd di respirare per ben 8 minuti, facendo pressione con il ginocchio sul collo e provocandogli così la morte.
Non è escluso che il patteggiamento possa condizionare il processo: Secondo alcuni osservatori i giurati scelti o potenziali infatti potrebbero essere influenzati dal patteggiamento, leggendolo come una sorta di ammissione di responsabilità e colpa.
Al momento sono sei, secondo indiscrezioni, i giurati già selezionati: si tratta cinque uomini – tre bianchi, un ispanico e un afroamericano – e una donna.
Nell’ambito del patteggiamento è prevista anche l’erogazione di 500mila dollari per tutta la comunità dell’area dove George Floyd è stato ucciso lo scorso maggio.
"Non posso respirare" - l'ultimo grido
Il grido di dolore "I can’t breathe", "Non riesco a respirare" è divenuto il simbolo della lotta degli attivisti del "Black Lives Matter" e di tutta la comunità afroamericana. La vicenda ha provocato una delle più grandi ondate di protesta negli Stati Uniti e nel mondo intero, con manifestazioni andate avanti per mesi nelle maggiori città americane e non. I cittadini potrebbero tornare in piazza in concomitanza con l’avvio del processo, che dovrebbe durare tre settimane, fino ai dibattimenti finali previsti per il 29 marzo.(Fonte
Il Fatto Quotidiano)
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