Fabio Cudicini
Fabio Cudicini

Il calcio italiano piange la morte di uno dei suoi protagonisti più amati e iconici. Fabio Cudicini, noto come il “Ragno Nero”, è scomparso a 89 anni, lasciando un vuoto profondo sia nel Milan che nella Roma, le due squadre con cui ha scritto la storia del calcio nazionale. La sua carriera, costellata di successi e grandi vittorie, è un esempio di dedizione, abilità e passione per lo sport.

Nato a Trieste il 20 ottobre 1935, Cudicini è stato uno dei portieri più ammirati degli anni ‘60 e ‘70. La sua carriera è iniziata nell'Udinese, ma fu con la Roma e poi con il Milan che raggiunse la fama internazionale, diventando un punto di riferimento per il calcio italiano. Il suo nome è legato indissolubilmente al periodo d'oro del Milan, con cui ha vinto numerosi trofei, ma anche alla Roma, dove ha lasciato un segno indelebile.

La carriera al Milan: trionfi e record

Fabio Cudicini si unì al Milan nel 1967, quando il club rossonero era in cerca di un portiere capace di fare la differenza. Nonostante il suo arrivo fosse inizialmente accolto con qualche scetticismo, il "Ragno Nero" riuscì a silenziare le critiche con prestazioni straordinarie. Sotto la guida di Nereo Rocco, Cudicini contribuì alla vittoria di numerosi trofei, tra cui la Coppa dei Campioni, l'Intercontinentale, lo Scudetto, la Coppa delle Coppe e la Coppa Italia. Un palmarès che lo ha reso uno degli eroi di quella generazione leggendaria.

Il suo soprannome di “Ragno Nero” derivava dal suo stile di gioco unico, che lo vedeva protagonista di interventi decisivi e precisi. I suoi riflessi felini gli permisero di diventare uno dei migliori portieri dell'epoca. Il Milan ha voluto ricordarlo con un commovente messaggio sui social: "La tela del Ragno sul nostro Cuore rossonero. Per sempre. È scomparso Fabio Cudicini, campione di tutto con il Milan, grande portiere e grande persona".

Non solo le vittorie: Cudicini è anche ricordato per il suo record di imbattibilità a San Siro, che con 1132 minuti di inviolabilità resiste ancora oggi. Inoltre, Cudicini si guadagnò il soprannome di “para rigori” per la sua abilità nel neutralizzare i tiri dal dischetto, diventando un incubo per gli avversari.

La Roma e la dinastia dei Cudicini

Prima di approdare al Milan, Cudicini ha vestito per otto stagioni la maglia della Roma, squadra nella quale ha conquistato la Coppa Italia e la Coppa delle Fiere. A Roma, Fabio Cudicini era conosciuto con il soprannome di “Pennellone” per via della sua statura imponente. Nonostante non avesse mai giocato in Nazionale, l’ammirazione per lui era palpabile, e il suo nome è rimasto legato a doppio filo con la storia del calcio capitolino.

Ma la dinastia Cudicini non si è fermata con Fabio. Il figlio Carlo ha seguito le orme del padre, diventando un portiere di successo in Inghilterra, dove ha giocato con il Chelsea e il Tottenham. Fabio Cudicini ha quindi lasciato un’eredità che continua a vivere nel calcio, sia in Italia che all’estero.

Il ricordo del Milan e del calcio italiano

Il Milan, primo club a ricordarlo, ha condiviso su tutti i suoi canali social un messaggio di cordoglio, accompagnato da una foto storica di Fabio Cudicini. La società ha esteso le sue condoglianze al figlio Carlo e a tutta la famiglia, sottolineando l’immenso valore che Fabio ha avuto non solo come portiere ma anche come uomo. Il ricordo di Cudicini è vivo e forte anche tra i tifosi, che lo considerano una figura imprescindibile nella storia del club rossonero.

La sua morte giunge a pochi giorni dal lutto per un’altra grande figura del calcio italiano: Aldo Agroppi. Il mondo del calcio è di nuovo in lutto, ma il ricordo di Fabio Cudicini rimarrà per sempre nelle memorie dei tifosi e degli appassionati, che continueranno a raccontare le gesta di un portiere che ha fatto la storia.

La morte di Fabio Cudicini rappresenta una grande perdita per il calcio italiano e per i tifosi delle sue due squadre più importanti: Milan e Roma. La sua carriera, i suoi successi e la sua figura di portiere impareggiabile lo rendono una leggenda che rimarrà nella memoria collettiva del nostro calcio per sempre.

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