L'atleta di nuoto in acque libere rompe il silenzio: "Vedevo in acqua pezzi marroni grandi come un dito"
Betina Fabian, quinta nella gara di fondo in acque libere, rientra a casa con un po’ d’apprensione per le proprie condizioni di salute
La gara di nuoto in acque libere alle Olimpiadi di Parigi ha lasciato un ricordo indelebile, ma purtroppo non positivo, per la giovane nuotatrice ungherese Bettina Fabian. Il suo quinto posto, raggiunto al debutto olimpico, è stato oscurato dall'esperienza traumatica vissuta nelle acque inquinate della Senna.
Fabian, come altri concorrenti, ha descritto con orrore le condizioni del fiume: acque sporche, fetide, con detriti e rifiuti visibili ad occhio nudo. "Non abbiamo visto animali, ma alcuni pezzi marroni… erano grandi quanto un dito," ha detto Fabian, riferendosi agli oggetti non identificabili che galleggiavano intorno a lei durante la gara.
La nuotatrice ha anche parlato delle difficoltà nel mantenere il ritmo e la sicurezza in acqua, con il rischio di graffiarsi sulle braccia e sul corpo mentre cercava di evitare i rovi e il muretto dell'argine. Tuttavia, questi disagi fisici non sono stati il problema maggiore. Il vero pericolo è rappresentato dall'acqua stessa, impregnata di rifiuti e possibili agenti patogeni. Come ha ironizzato l'italiana Ginevra Taddeucci, arrivata terza, molti nuotatori hanno preso vaccini e medicine prima di tuffarsi, preoccupati per le possibili conseguenze sulla salute.
La Fabian ha optato per una profilassi “personale”
Una volta arrivata a riva, Fabian ha cercato conforto in un metodo di "profilassi da campo", bevendo una bottiglia di Palinka, un forte liquore tradizionale ungherese, seguita da Coca Cola, nel tentativo di uccidere qualsiasi batterio o virus che avrebbe potuto ingerire.
Il passaggio vicino a scarichi fognari
Il colore giallo-marrone dell'acqua e la vicinanza agli scarichi fognari hanno alimentato lo sdegno e il voltastomaco non solo dei partecipanti, ma anche del pubblico. Alcuni nuotatori, come la belga Jolyen Vermeylen e il canadese Tyler Myslawchuk, hanno descritto l'esperienza come nauseante, con Myslawchuk che ha vomitato ripetutamente durante e dopo la gara.
Nonostante gli sforzi di bonifica, la gara si è svolta in condizioni che molti hanno definito impraticabili e pericolose per la salute. Le conseguenze di questa esperienza potrebbero farsi sentire nei giorni successivi, con preoccupazioni crescenti riguardo ai possibili effetti sulla salute degli atleti.
Il ricordo di questa competizione nella Senna non sarà dimenticato facilmente, segnando un momento controverso e critico delle Olimpiadi di Parigi 2024.