Incidente in galleria. Non si danno pace i familiari delle due donne, madre e figlia, morte in un tragico schianto sulla statale 36. Al loro dolore si unisce tutta la comunità senegalese che vive a Garlate, comune che sorge sulle sponde dell'omonimo lago, in provincia di Lecco.
Un'inversione in galleria è costata loro la vita
Maimouna Lueve Gueye, conosciuta da tutti come Mamy, avrebbe compiuto 28 anni tra due mesi. Mercoledì 19 ottobre, intorno alle 17, era alla guida della sua auto, una Dacia Sandero, e stava percorrendo la strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga. Seduta accanto a lei, sul sedile del passeggero, c'era la madre, Aida Sene, 56 anni.
Mamy, hanno riferito i conoscenti, aveva la patente da parecchio tempo e conosceva bene le strade della provincia. Per cause ancora da accertare, a un tratto la donna ha effettuato un'inversione a U in galleria e ha percorso un tratto della strada in contromano. Una manovra terminata con lo schianto contro una vettura che procedeva in direzione opposta e non ha lasciato loro scampo.
Le prime ipotesi sollevano il dubbio che la giovane abbia seguito l'indicazione del navigatore stradale che la invitava a invertire la marcia, oppure che sia successo qualcosa che l'abbia spinta a commettere quella una manovra vietata.
La ragazza studiava e lavorava per sostenere la famiglia
Le due donne vivevano in un appartamento all'ultimo piano di una delle case popolari di via Strencetta a Garlate, una zona dove gli abitanti originari del Senegal sono in gran numero. La giovane era la prima di sette figli, studiava all'università e per dare una mano alla famiglia lavorava come responsabile al Mc Donald's del paese. La madre, invece, era casalinga.
Il primo della famiglia ad arrivare in Italia era stato il marito, negli anni Novanta, operaio alla Fiocchi Munizioni di Lecco. Poi lo avevano raggiunto la moglie Aida con Mamy, che era ancora una bambina, e i fratelli più piccoli.
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