ISRAELE. Il Medio Oriente è attualmente teatro di un conflitto devastante, una guerra senza prigionieri che sta causando una tragica perdita di vite umane. Israele piange già centinaia di vittime, mentre la Palestina si prepara a resistere all'offensiva su Gerusalemme, ferita profondamente e pronta a contrattaccare, anche via terra, nelle prossime 24-48 ore. L'attacco lanciato da Hamas ha riportato la regione in un vortice di caos e violenza, lasciando dietro di sé un sentiero di lacrime e sangue.

I volti delle vittime innocenti, uccise o prese in ostaggio, stanno circolando sui social media, mettendo in mostra il dramma che sta sconvolgendo la regione. Tra queste vittime ci sono Tamar e Yonatan e le loro tre figlie, le gemelline Shachar e Arbel di 6 anni e Omer, la più piccola di 4 anni. Sono stati tragicamente uccisi, diventando vittime innocenti di questa guerra. Un'intera famiglia è stata spazzata via dal terrore dei terroristi di Hamas.

Le cifre della tragedia continuano a crescere

In Israele, sono già state contate 700 vittime, mentre circa 130 persone sono state fatte ostaggio da Hamas. Dall'altra parte, la Palestina piange la perdita di 400 vite umane. Questi numeri dolorosi sono destinati purtroppo a salire ancora.

Israele, l'attacco al rave party

L'attacco a un rave party da parte dei miliziani di Hamas ha avuto un epilogo devastante, con "centinaia tra morti e dispersi, forse presi in ostaggio, tra i giovani partecipanti al Nova Music Festival", come riporta l'Independent. Video raccapriccianti mostrano l'attacco dei miliziani alle prime luci dell'alba, gli spari e la fuga dei giovani nel deserto. Questo festival di musica elettronica stava celebrando la Natura in occasione della festa ebraica del Sukkot, vicino al kibbutz di Reim, vicino al confine con la Striscia di Gaza. Alcuni dei giovani dispersi sono stati riconosciuti dai familiari nei video rilanciati da Gaza per mostrare gli ostaggi israeliani.

Nel frattempo, 38 cittadini italiani, residenti a Verona, si trovano chiusi nel loro hotel a Gerusalemme, spaventati ma in buona condizione. La loro pellegrinaggio in Terra Santa è stato interrotto dall'inizio del conflitto. Si tratta di un gruppo confessionale della Chiesa della Restaurazione di Verona, partito il 29 settembre e che avrebbe dovuto fare ritorno il 7 ottobre. Sono attualmente in contatto con le autorità italiane per cercare di garantire la loro sicurezza e il loro rientro in Italia.

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