Rivolge un appello ai sindaci, il governatore della Campania Vincenzo De Luca: «Bisogna chiudere con i vigili urbani i negozi nei quali si trovano o commessi o clienti senza mascherina. Non è più tempo di sottovalutazioni».
De Luca non parla di «situazione drammatica» di fronte all'aumento di casi di Coronavirus in alcune aree come quella di un quartiere di Salerno. Ma dice anche che se «si continua a comportarsi in maniera irresponsabile può diventarla». «Non ci sono preoccupazioni particolari, siamo più o meno nella norma», sottolinea in merito ai casi salernitani.
«Registriamo oggi 6 contagi, 4 di questi legati ad una presenza di una famiglia venuta dalla Moldavia e altri due contatti avuti da commercianti in un quartiere della città, niente di drammatico ma bisogna tenere gli occhi aperti», spiega a margine di una conferenza stampa sull'ospedale di Pozzuoli.
«Abbiamo aperto l'Italia da un mese, abbiamo le serate che sono segnate da fenomeni di movida irresponsabile - ribadisce - ci sono decine di migliaia di giovani che pensano che il problema non esista più, questa è una posizione irresponsabile».
«Credo che sia arrivato il momento prendere misure anche repressive, a penalizzare chi non rispetta le regole elementari», mette in chiaro. Per De Luca, si può «convivere con l'apertura delle attività economiche a condizione che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, a cominciare da me, che giro con la mascherina che sembro Tutankhamon. Se portiamo la mascherina e ci aviamo spesso le mani possiamo convivere altrimenti faremo fatica ad arrivare settembre». Fonte: Il Mattino
Covid, nel quartiere di De Luca scoppia focolaio
Coronavirus, nel quartiere dove vive il presidente De Luca è scoppiato un vero e proprio focolaio. Registrati due nuovi contagi riconducibili al rione Carmine di Salerno. Si tratta di un commerciante di Baronissi che ha un negozio nel quartiere, e di una donna di nazionalità ucraina, residente a Cava, che pure ha avuto un contatto con il mini-focolaio salernitano.
Ormai nel quartiere Carmine è psicosi da coronavirus dopo il boom di contagi. Con questi due nuovi casi, dall’11 luglio scorso, salgono a 13 gli infettati riconducibili al quartiere di De Luca. Al negoziante di scarpe e alla donna ucraina si aggiungono una dipendente di una banca in via Prudente e del titolare di un bar in via Don Bosco, emersi l’altro sabato.
Successivamente è giunta anche la conferma per un amico di quest’ultimo.
Qualche giorno prima, invece, c’era stato il caso di un pasticciere di Battipaglia, che lavora in un bar a via Paolo De Granita. Qui sono risultati positivi, poi, il titolare, la moglie e i due figli. A questi si aggiungono un positivo collegabile al titolare del bar di via Don Bosco, attiguo alla banca dove emerse il caso della dipendente l’altro sabato, e i coniugi di via Calenda.
Parla il sindaco
«Ci sono una serie di contagi che sono stati registrati, cinturati e verificati – spiega il primo cittadino Enzo Napoli – Non penso si possa parlare di un cluster, ma la cosa deve essere tenuta strettamente sotto controllo. Ho parlato con il direttore dell’Asl, che mi ha rassicurato in merito alla possibile evoluzione della situazione».
«Ho voluto personalmente verificare anche un’altra situazione nel centro storico, insieme ai vigili urbani ed al personale dell’Asl. Quella di un cingalese che abita in via Porta Rateprandi – continua il sindaco – Abbiamo verificato non ci fosse nessun problema.
Purtroppo ospitano in case piccolissime un numero enorme di persone. Un’altra situazione che è stata verificata è in via Cuomo, dove c’era una persona sospetta. Tredici persone sono state tamponate e nessuna è stata trovata positiva. Se gli extracomunitari si contageranno, ma risulteranno asintomatici, saranno tenuti in isolamento domiciliare».
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