Arrestato il titolare del garage dove venne aggredito Borrelli
Minacciava di morte gli altri imprenditori della zona
Questa mattina, a Roma Fiumicino, la polizia ha arrestato Gennaro Rapillo, titolare dell'autorimessa "Spaccanapoli" situata nel quartiere Forcella. L’uomo è accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso, un'accusa che emerge da una serie di intimidazioni e minacce rivolte ad altri imprenditori del settore. In particolare, Rapillo avrebbe ostacolato l'attività di un garage concorrente situato nelle vicinanze, causando ingenti danni economici al suo proprietario.
Il collegamento con l'aggressione a Borrelli
L’autorimessa "Spaccanapoli" è tristemente nota per essere stata teatro dell’aggressione al deputato Francesco Emilio Borrelli avvenuta lo scorso dicembre. Il parlamentare si trovava in zona per documentare la sosta selvaggia quando venne brutalmente assalito da un gruppo di persone. Nell’incidente rimasero feriti anche alcuni agenti di polizia intervenuti per sedare la violenza scatenata contro Borrelli.
Sequestrata l'autorimessa "Spaccanapoli"
L’indagine ha rivelato che Rapillo, sfruttando i suoi legami con esponenti di vertice del clan Mazzarella, avrebbe esercitato un clima di terrore nella zona. Le minacce rivolte al titolare del garage concorrente, ai suoi familiari e ai dipendenti avevano lo scopo di garantirsi il controllo esclusivo del flusso di auto in arrivo. In alcuni casi, Rapillo avrebbe addirittura imposto con minacce che le vetture già parcheggiate nella struttura rivale venissero rimosse e trasferite alla sua attività.
Le autorità hanno agito tempestivamente, procedendo con il sequestro preventivo dell’autorimessa "Spaccanapoli", al fine di interrompere ogni attività illecita connessa all’indagato. Le forze dell’ordine proseguiranno le indagini per accertare ulteriori responsabilità e chiarire il coinvolgimento di altri soggetti legati al clan mafioso.
L'importanza dell'intervento delle forze dell'ordine
L'arresto di Gennaro Rapillo rappresenta un'importante operazione contro le infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore delle autorimesse e della gestione dei parcheggi in aree ad alta densità urbana. Questo episodio dimostra come il fenomeno delle estorsioni e delle minacce mafiose sia ancora diffuso, e come sia necessario un costante impegno da parte delle forze dell'ordine per contrastare tali dinamiche illecite.
Il caso di Forcella pone l'accento sull'urgenza di misure più severe contro le organizzazioni criminali che sfruttano metodi violenti per imporsi nel tessuto economico locale. La collaborazione tra cittadini, imprenditori e istituzioni risulta fondamentale per spezzare il circolo vizioso dell’intimidazione e della prepotenza mafiosa.