Napoli truffa anziani
Napoli truffa anziani

È in corso una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Genova, che ha portato all’arresto di 29 membri di un’organizzazione criminale dedita alle truffe ai danni di anziani. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Genova, hanno rivelato un sodalizio criminale con base operativa a Napoli, che agiva su tutto il territorio nazionale, utilizzando la tecnica del "finto maresciallo". L’organizzazione è accusata di aver truffato decine di anziani in tutta Italia, con un danno complessivo superiore ai 700.000 euro.

Un’organizzazione criminale ben strutturata

Il blitz, che ha coinvolto oltre 150 Carabinieri nei territori di Napoli, Caserta, Torino e Genova, ha portato all’esecuzione di 29 misure cautelari. Di questi, 21 persone sono state arrestate e 5 poste agli arresti domiciliari, mentre 3 sono state sottoposte all’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. Gli arrestati sono tutti originari della provincia di Napoli e facevano parte di una rete criminale organizzata che operava con un modus operandi ben definito.

La coppia capeggiata da Alberto Marcor e Marica Mastroianni, entrambi con precedenti penali, era al vertice di questo sodalizio. A loro si affiancavano altre persone che si occupavano di diverse fasi delle truffe: dai "telefonisti" che chiamavano le vittime, ai "trasfertisti" che si occupavano di ritirare il denaro e i beni preziosi. Gli arresti sono stati eseguiti in seguito a complesse indagini, che hanno consentito di identificare ben 54 episodi di truffa, di cui 45 consumati e 9 tentati.

La tecnica del finto maresciallo

La truffa si basava su una tecnica psicologicamente manipolativa, in cui le vittime, generalmente anziani, venivano contattate telefonicamente da un sedicente maresciallo dei Carabinieri o da un avvocato. L'obiettivo era quello di convincere le vittime che un parente (spesso un figlio o un nipote) fosse coinvolto in un grave incidente stradale e che per evitare l'arresto fosse necessario pagare una cauzione immediata.

Una volta ottenuto il consenso della vittima, il truffatore spingeva l’anziano a mettere a disposizione denaro e gioielli, promettendo che un “carabiniere” o un “assistente legale” sarebbe arrivato per ritirare i soldi e i preziosi. Durante tutto il processo, il falso maresciallo continuava a mantenere la vittima sotto pressione, impedendo qualsiasi contatto con amici o parenti che avrebbero potuto sventare la truffa.

Un'organizzazione ben coordinata

La banda operava con grande discrezione e organizzazione. I membri venivano sistemati in diverse località, dove alloggiavano in B&B o case affittate, e utilizzavano call center per le chiamate, effettuate da telefoni intestati a “teste di legno” o extracomunitari irreperibili. Le vittime venivano selezionate in base alla loro età, attraverso brevi telefonate a numeri fissi per verificare se l’interlocutore fosse un anziano. Successivamente, i “telefonisti” passavano il numero ai responsabili che si fingevano marescialli o avvocati.

Le operazioni sono state lunghe e meticolose, ma hanno portato al recupero di circa 90.000 euro in denaro e oro, beni provenienti dalle truffe consumate.

Un successo per le forze dell'ordine

L'operazione “2 OTTOBRE”, nome che richiama la Festa dei Nonni, ha ottenuto un importante successo nella lotta contro le truffe agli anziani. I Carabinieri sono riusciti a smantellare una rete criminale molto ben organizzata, che aveva colpito in tutta Italia. Gli arresti e le indagini continuano, con l’obiettivo di proteggere i più vulnerabili e prevenire ulteriori danni.

Con questa operazione, le forze dell’ordine hanno dimostrato un impegno costante nella protezione degli anziani, che sono spesso vittime facili di truffe, e nella lotta contro le organizzazioni criminali che li sfruttano.

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