Arezzo, calciatore di 16 anni morto, il tecnico: "L'ho soccorso io: si era ripreso"

AREZZO. "Appena è apparso il messaggio su WhatsApp non riuscivo a crederci. Sono salito di corsa in macchina e ho raggiunto l’ospedale di Arezzo. Purtroppo ho avuto la conferma che Mouhssine era morto". Con la voce spezzata dalla commozione, Giovanni Guerrini prova a ripercorrere un maledetto pomeriggio che non dimenticherà mai e la fine di uno dei suoi ragazzi. E dire che nella sua lunga carriera di difensore con trascorsi in Serie A, in Fiorentina, Sampdoria e Como e con presenze nella Nazionale Under 21 e nell’Olimpica, era considerato un uomo di ferro, garbato e gentile fuori dal campo, inesorabile marcatore e leader al centro della difesa.

Arezzo, addio ad un calciatore 16enne

Le stesse qualità che cerca di trasmettere ai giovani ai quali dispensa dalla panchina consigli e valori come il rispetto e la dedizione. "Mouhssine era arrivato quest’anno a Laterina – riprende – ed è subito diventato uno dei punti di riferimento per tutto il gruppo dei nostri Juniores. Giocava in mediana, ma poteva anche giostrare sulla fascia. Colpiva s il suo carattere sempre allegro, educato nei miei confronti e verso i compagni. Aveva le possibilità per mettere a frutto il suo talento, doveva acquisire solo quel pizzico di ‘cattiveria agonistica’ in più, proprio perché era una persona buona e pacata".

E poi ricorda quei terribili istanti: "Giovedì durante la seduta tecnica ho visto che si sedeva sul prato. Mi sono avvicinato e alla mia richiesta di spiegazioni mi ha detto che gli girava la testa. Poi è svenuto.

Ho fatto quanto era nelle mie possibilità per aiutarlo e tenerlo vigile appena si è risvegliato. Ha riconosciuto me e qualche compagno, ci ha parlato, quando è stato caricato in ambulanza, chiamata per i soccorsi, era cosciente. Con gli altri abbiamo concluso l’allenamento e siamo tornati a casa.

Alcune ore dopo ha iniziato a circolare la notizia sulla chat che era peggiorato e non ce l’aveva fatta. In ospedale non ho potuto parlare con i genitori che erano in reparto, ma mi hanno dato la conferma che non avrei mai voluto ascoltare".

Guerrini non si capacita di una morte così prematura: "La visita medico sportiva di inizio ottobre aveva certificato il buono stato di salute e l’idoneità. Mi sono informato con amici medici e la risposta è stata che patologie del genere spesso sono imprevedibili".

Il tecnico si fa portavoce di un momento terribilee per la società: "Si fermano tutte le nostre squadre – conclude - nel ricordo di Mouhssine. Martedì forse riprenderemo ad allenarci e non sarà facile senza quel ragazzo che ci è stato tolto in maniera così sconvolgente".

E’ il suo lavoro, è il suo dovere. Ma non dirà mai che lo spettacolo va avanti: perché in quel campo qualcosa si è spezzato davvero insieme alla vita di Mouhssine.

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