La scuola torna sorvegliato speciale tra le cause del contagio. Tra gli esperti avanza l'ipotesi di un lockdown lampo di tutti gli istituti scolastici.
Il virus tra i giovani
Dato il costante aumento dei positivi e i vari allarmi lanciati dalle regioni più colpite, si stanno valutando ipotesi di chiusure sempre più drastiche.
Infatti, pare che proprio tra le fasce d'età più colpite di questa ultima ondata, proprio quella degli studenti sta assumendo un ruolo centrale nella diffusione.
Allarme diffusione tra i più piccoli: lockdown lampo?
Soprattutto per quanto riguarda la variante inglese, che nelle ultime settimane colpisce anche il belpaese, la diffusione tra i ragazzi è da tenere d'occhio ancora di più.
Infatti, è stata trovata evidenza scientifica che la tipologia inglese si diffonda, non solo in modo più rapido, ma anche più silente tra le fasce dei giovani: questo, però
non impedisce al virus di attaccare in modo violento i parenti più anziani e fragili.
L'esperto chiede il lockdown mirato alle scuole
Come riportato da
Fanpage.it, il pediatra e docente universitario
Italo Farnetani, ha lanciato l'idea di chiudere tutti gli istituti scolastici per ben tre settimane. Un lockdown breve e mirato alle scuole potrebbe essere un'opzione efficace per contrastare la diffusione del virus.
Il docente ha infatti spiegato che, nonostante sia un fautore del diritto alla scuola, sia proprio quest'ultima a necessitare di un maggiore controllo. Il blocco totale delle scuole, spiega Farnetani,
"creerebbe del disagio, ma non danni psicologici a lungo termine".
Insomma, secondo il pediatra è arrivato il momento di accettare l'ennesimo sacrificio, considerando che i danni presenterebbero, alla lunga, un conto meno salato.
Le spiegazioni
Farnetani ha così voluto ribadire la centralità della chiusura delle scuole: "
Io chiuderei completamente le scuole, anche elementari e materne.
Queste ultime non ci sarebbe motivo di non chiuderle, a maggior ragione perché i più piccoli hanno una maggior difficoltà a indossare la mascherina, e se non la portano si infettano".
In più ha sottolineato che scuola e contagi non sono legati solo alle attività d'aula, perché gli assembramenti si verificano anche e soprattutto
"nella fase di entrata e uscita degli alunni".
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