Il calvario di Giulia, morta per uno «shock emorragico»: dalla cena alle 26 ferite, cosa è successo ora per ora
Una cena apparentemente normale al McDonald's si trasforma in una tragedia orribile quando il giovane studente Filippo Turetta attacca violentemente la sua ex fidanzata Giulia. I dettagli emergono dai resoconti della polizia tedesca, che ha arrestato Turetta dopo averlo trovato fermo a fari spenti sull'autostrada Berlino-Monaco.
Filippo non ha consentito agli agenti di controllare la sua borsa, che si è rivelata contenere un coltello da cucina di dodici centimetri: l'arma del delitto. Tracce di sangue sono state rinvenute ovunque, indicando un massacro. Giulia ha lottato strenuamente, come evidenziato dalle condizioni pietose del suo corpo, e il coltello è stato utilizzato ben 26 volte.
La Fuga di Filippo Turetta:
Dopo l'aggressione, Turetta fugge a fari spenti, registrato dalle telecamere stradali. La sua fuga attraversa diverse località italiane e si conclude quando viene trovato in Germania, senza benzina e senza soldi, alle 22 di sabato scorso.
Dettagli dell'Ultima Cena: Giulia Cecchettin ha anche pagato il conto
I due giovani hanno cenato al McDonald's, e l'ultimo conto è stato pagato con la carta di credito di Giulia Cecchettin. Messaggi inviati ai parenti, incluso uno di Filippo alle 20.22 alla madre che diceva "Ceno fuori", rivelano il contesto della serata.
Reazioni della Magistratura
La giudice Benedetta Vitolo, nella sua ordinanza per il mandato d'arresto europeo di Turetta, afferma che l'aggressione dimostra una "totale incapacità di autocontrollo", sottolineando la pericolosità dell'indagato nella società in cui i femminicidi sono purtroppo comuni.
Filippo Turetta, un ragazzo apparentemente normale, si è trasformato in un assassino imprevedibile, gettando luce su una tragedia che ha scioccato la comunità. La storia di Giulia, vittima di un atto così violento, sottolinea l'urgenza di affrontare il problema dei femminicidi nella società contemporanea.
I reati formulati nell’ordinanza sono omicidio volontario aggravato dal vincolo affettivo e sequestro di persona, gli accertamenti che la Procura continua a fare potrebbero configurare la premeditazione con la quale Filippo difficilmente eviterebbe l’ergastolo. Per la dottoressa Vitolo non ci sono alternative al carcere perché la "pericolosità sociale" di Turetta è dimostrata dal comportamento di "inaudita gravità e manifesta disumanità".