Il tanto atteso contributo da 200 euro stabilito dal Governo per combattere l’inflazione è in arrivo per milioni di italiani. Ma non è per tutti. Oltre ai soggetti che non rientrano nei requisiti necessari per ricevere il bonus, sono diverse le categorie che non sono state ricomprese nel provvedimento, secondo i sindacati proprio quelle “più fragili e bisognose”.

La rivolta dei sindacati

Grazie alla fiducia votata ieri alla Camera, il Dl Aiuti, che contiene tra le tante misure il contributo “una tantum”, arriverà blindato anche al Senato lunedì, dove dovrà essere dunque approvato senza sorprese al testo. Cgil, Cisl, Uil hanno però denunciato alcune storture della norma che prevede l’erogazione del bonus da 200 euro. Si è chiesto che il provvedimento sia modificato prima del voto definitivo in aula. “Non ne avranno infatti diritto i lavoratori precari, gli agricoli, i lavoratori dello spettacolo che abbiano meno di cinquanta giornate lavorate nel 2021″ spiegano la vice segretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi e i segretari confederali di Cisl e Uil Giulio Romani e Domenico Proietti.

La nota

“Così come non potranno percepirla tutti i lavoratori licenziati a giugno e senza contratto a luglio, e pensiamo ad esempio a tutti quei precari della scuola che nell’anno scolastico 21/22 hanno tenuto in piedi il sistema dell’istruzione, o a coloro che andranno in pensione al 1° luglio” denunciano ancora i dirigenti sindacali. “Allo stesso modo – prosegue la nota – non riceveranno i 200 euro i disoccupati che hanno percepito la Naspi fino a maggio. Così come tutti i lavoratori con contratti che non prevedono contribuzione, ad esempio stage e tirocini, i lavoratori delle Cooperative di tipo B che reinseriscono al lavoro le persone svantaggiate (parliamo quindi di disabili, minori in situazione di difficoltà familiare, detenuti ammessi alle misure alternative), i dottorandi e assegnisti di ricerca, i lavoratori socialmente utili, i lavoratori autonomi occasionali“. “Da questo bonus – è stata la conclusione dei rappresentanti delle tre sigle – sono state escluse soprattutto categorie che nei fatti risultano essere troppo povere o precarie per percepirlo. Che l’eccessiva povertà precluda il diritto ad una indennità finalizzata ad affrontare il caro vita non è solo una gigantesca ingiustizia, ma una situazione assurda ed inconcepibile.

Bonus 200 euro, le categorie escluse

Per il riconoscimento del bonus da 200 euro il governo ha stabilito tra i fattori determinanti il criterio del reddito, che deve essere inferiore ai 35mila euro, e le tempistiche sulla sottoscrizione di contratti di lavoro o sulla cessazione dei rapporti, oltre ai dipendenti che non sono stati beneficiari dello sgravio contributivo dello 0,8% per almeno una mensilità dall’1 gennaio al 23 giugno 2022. Si tratta del caso di coloro che, ad esempio, sono stati assunti a fine giugno, o che hanno chiuso il contratto lavorativo a fine giugno e non hanno fatto in tempo a ricevere i sussidi di disoccupazione.

In sintesi ad essere esclusi dall’erogazione del bonus 200 euro sono:

  • i lavoratori precari;
  • gli agricoli;
  • i lavoratori dello spettacolo che abbiano meno di 50 giornate lavorate nel 2021;
  • i lavoratori licenziati a giugno e senza contratto a luglio;
  • i precari della scuola;
  • i disoccupati che hanno percepito la Naspi fino a maggio;
  • tutti i lavoratori con contratti che non prevedono contribuzione, come stage, tirocini, i lavoratori autonomi occasionali;
  • chi ha l’indennità di accompagnamento.
Fonte: Qui Finanza Seguici sul nostro canale Youtube 41esimoparallelo Segui il nostro canale Google News 41esimoparallelo Attiva le notifiche su 41esimoparallelo.it
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