Ho perso la testa” ha detto Francesco Borgheresi, 41 anni, militare fiorentino, confessando davanti alla polizia e al pm Alberto Braghin l’omicidio di Mihaela Apostolides, 44 anni, romena da quasi 15 anni residente tra Saluzzo e Cuneo.  I due avevano una relazione, si erano conosciuti nel 2018 mentre la donna lavorava come cameriera in un locale di Verzuolo. Erano stati distanti quasi tre mesi  per colpa del lockdown e si sono incontrati di nuovo giovedì. Borgheresi l’ha ammazzata sparandole quattro colpi di pistola a bruciapelo a bordo di una Fiat Panda parcheggiata nello spiazzo dell’Auchan di Cuneo. L’ha colpita al petto e al fianco. Nel corso dell’omicidio si è ferito anche lui ad una mano. “Abbiamo litigato” ha spiegato l’uomo che ha ricostruito le ultime 24 ore insieme alla donna. Borgheresi è partito da Firenze giovedì ed è stato ospitato da Apostolides nell’alloggio che lei occupava insieme alla sorella, di proprietà del suo nuovo datore di lavoro, il titolare di un night di Cuneo. La polizia di Cuneo ha sequestrato l’arma del delitto, una 7,65 di fabbricazione spagnola acquistata a Firenze dal militare e hanno trovato anche un’altra pistola nel bagagliaio della macchina. I dettagli Nel corso dell’interrogatorio è emerso anche un altro retroscena di questa drammatica vicenda. Borgheresi, 41 anni, divorziato,  è uno dei bambini nati e vissuti nella comunità Il Forteto di Vicchio, in provincia di Firenze, comunità al centro di un processo per violenza sessuale e maltrattamenti  che si è concluso con numerose condanne. La comunità era gestita dal “Profeta” Rodolfo Fiesoli, condannato a 14 anni e 10 mesi. Borgheresi è il  figlio di una coppia di soci fondatori della setta, poi affidato a quella che nella comunità veniva definita una “madre funzionale”, Daniela Tardani, anche lei condannata a 6 anni e 4 mesi. Sull’intera vicenda è stata istituita un’inchiesta parlamentare. Borgheresi  era uscito dalla comunità  nel 1998 per iniziare il sevizio civile e successivamente per arruolarsi nell’esercito.  Nel 2017 aveva fatto parte di una delegazione di vittime del Forteto che era stata ricevuta dal Papa. La stessa associazione oggi commenta l’omicidio: “Dolore, tragedia nella tragedia e ancora dolore - dicono - Non basta il commisariamento del Forteto, non bastano le sentenze, le commissioni d’inchiesta, riconoscere di aver sbagliato. Se si vuole evitare che accadano ancora fatti come quello di ieri, il Forteto deve essere chiuso per sempre”. Fonte: Repubblica Leggi anche Militare uccide la compagna a colpi di pistola nel piazzale del supermercato, l'omicidio davanti agli occhi dei clienti. Seguici su Facebook 41esimoparallelo

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