Un clamoroso ritardo burocratico: ecco la ragione per cui, da domenica scorsa, è venuto meno il divieto di licenziamento per giustificato motivo oggettivo. Almeno in via temporanea. La norma, introdotta dal decreto Cura Italia e valida per 60 giorni, doveva essere prorogata per altri tre mesi dal decreto Rilancio. Senonché quest’ultimo provvedimento non è stato pubblicato prima che scadesse il termine dei 60 giorni. Risultato: chi vuole, ora può attuare di nuovo i licenziamenti per motivi economici. Non solo: possono pure ripartire le procedure avviate prima del 24 febbraio scorso e rimaste congelate. Almeno finché il decreto non verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. In pratica, il decreto Rilancio prevede la sostituzione del termine di «60 giorni», stabilito dal Cura Italia, con «cinque mesi». In questo modo, non sarebbe stato possibile attuare alcunlicenziamento per motivi economici fino al 17 agosto anziché – come fissato nel primo decreto – fino al 16 maggio. Il problema è che quest’ultima data è già passata, ma il decreto Rilancio non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Ciò significa che i licenziamenti attuati ieri o in queste ore sono assolutamente legittimi. Per capirci: se, per esempio, il decreto entrasse in vigore domani 20 maggio, i licenziamenti attuati tra domenica e domani non sarebbero contestabili.

Questo ritardo incide in modo particolare sui licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo in aziende sotto i 15 dipendenti nell’unità produttiva (o sotto i 60 su tutto il territorio nazionale) oppure nei confronti di lavoratori assunti con il regime sanzionatorio del Jobs act, a prescindere dal numero. La scadenza, invece, non dovrebbe comportare particolari problemi per i licenziamenti collettivi o individuali che prevedano una procedura preventiva: nel momento in cui il decreto Rilancio verrà pubblicato, la procedura rimarrà di nuovo congelata. Se il licenziamento avviene il giorno della pubblicazione e dell’entrata in vigore del decreto e si dimostra che il lavoratore era venuto a conoscenza del recesso prima, il licenziamento è legittimo, poiché la legge non è retroattiva. In caso contrario, il provvedimento potrebbe essere annullato. Fonte: La Legge per Tutti Leggi anche De Luca non firma l’accordo col Governo. La Campania per ora non riapre niente il 3 giugno. Seguici su Facebook 41esimoparallelo
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