"Eri una persona speciale": a 58 anni muore il poliziotto Walter De Cicco
Aveva soli 58 anni Walter De Cicco, sovrintendente capo della Polizia di Nola, morto nel fine settimana. L'uomo lottava da tempo contro un brutto male. Era un poliziotto molto apprezzato, originario di Pomigliano d'Arco trasferitosi per lavoro nel nolano.
L'ultimo saluto a Walter
nella sua città natale i funerali, con il picchetto d'onore. Secondo quanto riportato dal Fatto Vesuviano l'uomo, nonostante la malattia, ha continuato a lavorare senza indugi.
In queste ore centinaia di commenti tra coloro che lo conoscevano, qualcuno è ancora incredulo: ""Buon viaggio", si legge. "Eri una persona perbene, è stato un onore averti conosciuto".
Dramma in Campania, uccide la moglie e tenta di far credere che si sia impiccata
Non si è trattato di suicidio, il marito è il responsabile della morte della donna trovata nella sua abitazione lo scorso 12 luglio in zona Lago Patria, nel comune di Giugliano in Campania (Napoli).
E’ quanto scoperto dalle indagini svolte dai Carabinieri di Giugliano con il coordinamento della Procura di Napoli Nord e culminate nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del 63enne marito della donna, ritenuto anche responsabile di lesioni personali gravi ai danni di un sanitario del 118.
Lo scorso 12 luglio l’uomo aveva allertato i Carabinieri e il 118 asserendo di aver trovato, al suo risveglio, la moglie priva di vita, impiccata al cordino delle tende nel salotto della loro abitazione.
Dubbi sulla vicenda sin dal principio
Fin dal primo sopralluogo, però, sono emersi negli investigatori seri dubbi sull’attendibilità della versione fornita dall’uomo. In particolare, l’attenzione si è concentrata sullo strumento che sarebbe stato utilizzato per commettere il suicidio, del tutto inadeguato a sostenere il peso del corpo della donna.
Successivamente sono stati acquisiti elementi significativi riguardo un’accesa pregressa conflittualità tra i due, dovuta a dissidi economici connessi alla gestione di un centro medico.
L’autopsia conferma
L’autopsia ha infine confermato che la causa del decesso non era da individuarsi nell’impiccagione, quanto piuttosto nello strangolamento preceduto da colluttazione.
Le sorti del marito
Il 63enne è inoltre indagato per lesioni personali gravi nei confronti di una donna, medico del 118, intervenuta sul luogo dell’evento. E’ responsabile agli occhi dell’uomo di non aver sottoposto alcuni giorni prima a Tso la moglie. Pur avendo la stessa, sempre secondo il resoconto interessato del marito, manifestato segni di squilibrio mentale.
La dottoressa è successivamente trattata per infarto all’ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli (Napoli). Inoltre sottoposta a un intervento di angioplastica, per essere poi dimessa il 17 luglio. (Zca/Adnkronos)
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