Sara Campanella, la mamma di Stefano Argentino: «Voleva uccidersi, così l'ho aiutato»
La donna: «Non sapevo cosa avesse fatto, mi ha solo detto che voleva morire». Intanto si cerca ancora l’arma usata per uccidere la studentessa palermitana

Daniela Santoro, madre di Stefano Argentino, il 27enne accusato di aver ucciso con cinque coltellate la collega universitaria Sara Campanella, ha rilasciato dichiarazioni spontanee ai carabinieri per chiarire il proprio ruolo nelle ore successive al delitto. «Lunedì pomeriggio mi ha chiamato mio figlio, disperato, dicendo che voleva salutarmi perché si stava per uccidere. Mi ha parlato di un fallimento della sua vita, dell’incapacità di provare sentimenti», ha raccontato.
La donna, che in quel momento era diretta ad Avola, ha deciso di cambiare rotta e raggiungere Messina per soccorrere il figlio. In quel momento, secondo quanto riferisce, non sapeva ancora nulla dell’omicidio.
La fuga, l’incontro a Messina e la confessione
Stefano Argentino aveva già ucciso Sara quando ha contattato la madre. L’omicidio, avvenuto nei pressi dell’università di Messina alle 17.15, è stato seguito da una fuga durata circa sei ore. Stefano è stato catturato dai carabinieri dopo le 23, mentre cercava rifugio nella casa vacanza dei genitori a Noto.
Durante il viaggio verso Messina, la donna è rimasta al telefono con il figlio per tutto il tempo, temendo che potesse togliersi la vita. Una volta arrivati, Stefano — fradicio di pioggia, silenzioso, col cappuccio tirato sul volto — è salito in macchina senza dire una parola. Solo in un secondo momento, quando erano già diretti verso il b&b di famiglia, ha confessato l’omicidio ai genitori. La madre ha poi scritto un biglietto destinato all’altro figlio, giustificando la sua assenza da casa.
I sospetti degli inquirenti e la ricostruzione delle sei ore
Fin da subito, gli investigatori hanno ipotizzato che Stefano non avesse agito da solo nella fuga. Il gip aveva suggerito il coinvolgimento di una persona vicina, e ora, con le dichiarazioni della madre, sarà possibile ricostruire in modo più chiaro ciò che è accaduto tra le 17 e le 23.
Il ragazzo, che non disponeva di un’auto a Messina, difficilmente avrebbe potuto allontanarsi dal luogo del delitto in autonomia e con il sangue freddo necessario dopo un gesto così violento. Gli abiti erano sporchi di sangue, rendendo ancora più improbabile una fuga su mezzi pubblici.
Il femminicidio: colpita cinque volte, una coltellata alla giugulare
L’autopsia ha confermato l’atrocità dell’omicidio. Sara Campanella, 22 anni, è stata colpita da cinque coltellate alla schiena e al collo. Una le ha reciso la giugulare, un’altra ha perforato un polmone. È morta dopo pochi minuti di agonia.
Il delitto si è consumato in pieno giorno, a pochi metri dall’università dove entrambi studiavano. Il corpo di Sara è stato trovato in una pozza di sangue. Argentino, secondo la ricostruzione, è fuggito portando con sé l’arma del delitto.
L’arma ancora introvabile: si cerca un bisturi o un taglierino
A distanza di giorni, l’arma usata per uccidere Sara non è stata ancora ritrovata. I carabinieri hanno trovato un coltello nei pressi del luogo del delitto, ma sembrerebbe non compatibile con le ferite. Gli investigatori sospettano che sia stato usato un taglierino o un bisturi, e le ricerche sono tuttora in corso.
I funerali a Misilmeri: lutto cittadino proclamato dal sindaco
La salma di Sara è stata restituita alla famiglia e trasportata a Portella di Mare, frazione di Misilmeri (Palermo). La camera ardente è stata allestita nella chiesa delle Anime Sante, dove amici e parenti potranno darle l’ultimo saluto. I funerali si terranno lunedì alle 10.30 nella chiesa San Giovanni Battista e saranno celebrati dall’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice.
Il sindaco Rosario Rizzolo ha proclamato il lutto cittadino per l’intera giornata di lunedì, con bandiere a mezz’asta sugli edifici comunali.