Esplosione di contagi, mezza Italia rischia di finire in zona rossa. Il governo Draghi è seriamente preoccupato per l’andamento della curva epidemiologica. In vista di questa situazione di emergenza valuta misure più stringenti in diverse Regioni per fermare l’avanzata del virus e, soprattutto, delle sue varianti.
Campania, Lombardia ed Emilia Romagna le regioni che in questa fase sono particolarmente attenzionate: in queste tre aree è praticamente concentrata quasi la metà dei casi di tutta Italia. (Salernonotizie)
Zone rosse, ecco cosa accadrà nelle nuove zone. Le misure adottate dal nuovo Dpcm sono state annunciate dal nuovo governo Draghi.
Chiuse le attività di barbiere, parrucchiere ed estetisti nelle zone rosse.
Queste decisioni hanno gi1a scatenato la rivolta di tutti i settori interessati anche a Salerno. Gli operatori e i lavoratori sono sul piede di guerra.
Una pioggia di contagi
La Campania è sotto una pioggia di contagi, il rischio è davvero alto. La zona rossa è alle porte, infatti si teme lo scivolare dalla zona aranzione alla rossa per la regione Campania nel giro di pochi giorni .
Il rischio
I contagi sono alle stelle la zona rossa si avvicina sempre più nella regione Campania. Già da domani potrebbe essere adottato il nuovo provvedimento nel corso della riunione della cabina di regia del governo, dopo l'analisi dei dati da parte del Cts.
(Salernonotizie)
Contagi: i nuovi Casi in Campania
I nuovi 2635 casi di positività registrati ieri dall'unità di crisi regionale Campania confermano un andamento che va avanti da davvero troppo tempo. Ci sono in media duemila infetti al giorno in Campania.
La situazione sta sfuggendo di mano, siamo davanti ad una terza ondata dei contagi.
(Salernonotizie)
Il piano vaccinale di Draghi
Il piano vaccini anti-Covid in Italia è nel focus del governo Draghi, dopo l'uscita del duro Dpcm presentato ieri e mentre la pandemia si estende per colpa delle temibili varianti del virus.
Contagi, la road map è stringente.
Oggi sul tavolo del ministro Giancarlo Giorgetti al Mise c'è stato il secondo incontro sui vaccini:
presenti il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, quello dell'Aifa Giorgio Palù e il nuovo commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo.
Domani Giorgetti incontrerà il commissario Ue Breton mentre venerdì è in programma l'incontro Governo-Regioni.
Lo sviluppo del polo nazionale pubblico privato
"Si sta valutando la possibilità di sviluppare un polo nazionale pubblico-privato per la produzione di vaccino che garantisca l'Italia non solo in questa fase emergenziale - ha detto Giorgetti nel question time alla Camera -.
Il 25 febbraio, così come oggi, ho incontrato al Mise i vertici di Farmindustria e Aifa.
Si sta procedendo ad individuare quelle aziende che, dal punto di vista tecnologico e infrastrutturale, potrebbero essere in grado di produrre vaccini in Italia in un ristretto arco temporale".
Vaccini: pronti a produrre in 4-6 mesi
Le aziende italiane sono pronte a produrre il vaccino in 4-6 mesi.
Questo emerge dal nuovo incontro al Mise con le case farmaceutiche, dove c'è la volontà di partecipare al progetto europeo per il rafforzamento della produzione di vaccini.
Il ministro Giancarlo Giorgetti ha verificato la disponibilità di alcune aziende a produrre i bulk, ossia il principio attivo e gli altri componenti del vaccino anti Covid.
La produzione potrà avvenire a conclusione dell'iter autorizzativo da parte delle autorità competenti, in un tempo stimato di 4/6 mesi.
Quindi ci sarebbero le condizioni immediate per avviare la fase dell'infialamento e finitura.
Sono già pronte a partire molte aziende.
All'incontro è stato dato mandato dal ministro ai diversi rappresentanti competenti di procedere all'individuazione di produrre vaccini entro autunno del 2021.
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