Famiglia sterminata dal monossido San Felice a Ema, la scoperta dei vigili del fuoco
«La caldaia non è stata revisionata, manca la documentazione»
San Felice a Ema, una piccola frazione di Firenze, è stata teatro di una tragedia familiare: Matteo Racheli, 49 anni, suo figlio Elio di 11 e la compagna Margarida Alcione, 46 anni, di origini sudamericane, sono morti a causa delle esalazioni di monossido di carbonio. La loro figlia più piccola, di sei anni, è ricoverata in condizioni gravissime presso l'ospedale pediatrico Meyer.
Le indagini condotte dai vigili del fuoco e dalla procura di Firenze si concentrano su una caldaia installata nel 2019 nei locali della lavanderia, la cui manutenzione potrebbe non essere stata effettuata come richiesto dalla legge.
I primi rilievi: una caldaia sospetta e la mancanza di documentazione
Le esalazioni di monossido di carbonio sono state identificate fin da subito come la probabile causa del decesso. Tuttavia, durante l’ispezione, i vigili del fuoco hanno trovato nell’abitazione anche due stufe a pellet, aprendo ulteriori piste investigative.
Le verifiche sulla caldaia, che risulta installata nel 2019, hanno evidenziato l’assenza della documentazione relativa alla revisione obbligatoria. La dichiarazione di conformità dell’impianto di riscaldamento era presente, ma non c’è traccia di interventi di manutenzione. Gli inquirenti, coordinati dalla procura guidata da Filippo Spiezia e dalla pm Silvia Zannini, attendono i risultati dell’autopsia e ulteriori analisi per confermare se il monossido sia effettivamente fuoriuscito dalla caldaia o da un’altra fonte.
La dinamica della tragedia: un ambiente saturo di monossido
All’arrivo delle forze dell’ordine e dei soccorsi, la concentrazione di monossido di carbonio nella villa era così elevata da rendere l’ambiente insicuro per diverso tempo. Le autorità stanno verificando la canna fumaria e il sistema di aerazione per escludere occlusioni o malfunzionamenti. È possibile che la perdita di monossido sia iniziata almeno qualche giorno prima, saturando gradualmente l’abitazione.
La piccola di sei anni: condizioni ancora critiche
La figlia minore della famiglia, di soli sei anni, è ricoverata in condizioni critiche. Dopo essere stata sottoposta a ossigenoterapia nella camera iperbarica dell’ospedale di Careggi, le sue condizioni sono definite «stazionarie ma gravi», con prognosi riservata. I parenti del padre sono accorsi al Meyer per stare accanto alla piccola, che ora è l’unica sopravvissuta della famiglia.
Una tragedia che invita alla riflessione
La strage familiare di San Felice a Ema riporta l’attenzione sull’importanza della manutenzione degli impianti di riscaldamento. La revisione periodica delle caldaie non è solo un obbligo di legge, ma una pratica fondamentale per garantire la sicurezza delle abitazioni.
Le autorità continuano a indagare per stabilire eventuali responsabilità. Nel frattempo, la comunità di San Felice a Ema si stringe attorno ai familiari delle vittime e alla piccola rimasta in vita, sperando che possa superare questo drammatico evento.