Saman Abbas, colpo di scena sul fratello che aveva accusato padre e zio: "Indagato"
Nel nuovo sviluppo dell'inchiesta sulla morte di Saman Abbas, la Corte di assise di Reggio Emilia ha deciso che il fratello della ragazza scomparsa, inizialmente sentito come testimone, dovrà essere considerato un imputato in un procedimento connesso.
La Corte ha annullato tutte le dichiarazioni rese dal ragazzo, sostenendo che le prime audizioni condotte senza le dovute garanzie, nonostante in quel momento fosse indagato per violenza privata.
Il giovane, all'epoca 16enne, è stato il principale accusatore dei suoi familiari ora imputati, in particolare dello zio Danish Hasnain, accusato di omicidio in concorso insieme ai cugini di Saman, Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq, insieme al padre Shabbar Abbas e alla madre Nazia Shaheen, attualmente latitante.
La Corte ha ritenuto che la posizione del fratello va esaminata in maniera diversa. E che sussistevano indizi di reità che richiedevano un'approfondita indagine. Inoltre, sono emersi elementi che lo collegano a diversi aspetti dell'indagine, inclusi messaggi e chat tra Saman e il suo fidanzato, oltre a istruzioni date dalla famiglia quella sera.
Saman Abbas, cambia tutto: indagato anche il fratello
A causa della sua nuova posizione di imputato in un procedimento connesso, l'audizione del fratello di Saman rinviata, permettendogli di valutare se avvalersi della facoltà di non rispondere. La Procura di Reggio Emilia sta anche indagando su eventuali pressioni e minacce provenienti dal Pakistan nei confronti del ragazzo, affinché ritratti le sue dichiarazioni o eviti di testimoniare in tribunale. Aperti fascicoli contro ignoti e acquisiti messaggi che testimoniano queste pressioni provenienti dal Pakistan.