Giacomo Desogus e Matthias Steri, come sono morti: «Tienimi l'arma», poi l'orrore
A fare scattare l'allarme ieri notte intorno alle 23 sono stati i familiari. I corpi sono stati rintracciati intorno alle 2 grazie al gps dei cellulari

Giacomo Desogus, 28 anni, e Matthias Steri, 27, sono stati trovati senza vita nella notte tra sabato e domenica nei boschi di Santu Lianu, a Quartu Sant’Elena, nella città metropolitana di Cagliari. I due, grandi amici, erano impegnati in una battuta di caccia, quando qualcosa è andato tragicamente storto. L’allarme è stato lanciato intorno alle 23 dai familiari, preoccupati per il mancato rientro. I corpi sono stati localizzati solo alle 2 del mattino grazie al GPS dei loro cellulari.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, Desogus era l’unico dei due ad avere il porto d’armi e il fucile utilizzato apparteneva a lui. La dinamica dell’incidente, tuttavia, non è ancora chiara, e gli investigatori stanno vagliando due principali ipotesi.
Le due ipotesi al vaglio degli inquirenti
Un colpo accidentale e un gesto estremo
Una delle ipotesi più accreditate è che Desogus, mentre si toglieva un indumento trovato poi per terra, abbia chiesto all’amico di tenergli l’arma. Durante questa manovra, potrebbe essere partito accidentalmente un colpo che ha colpito Desogus alla nuca. Matthias Steri, sconvolto per l’accaduto, si sarebbe poi tolto la vita utilizzando lo stesso fucile.
Una lezione di tiro finita in tragedia
Un’altra possibilità è che Desogus stesse insegnando a Steri come usare il fucile, data la mancanza del porto d’armi di quest’ultimo. Un errore o un’imprudenza potrebbe aver provocato lo sparo fatale, seguito dal gesto disperato di Steri.
L’esatta dinamica potrebbe rimanere irrisolta, ma gli inquirenti continuano a lavorare per fare luce su quanto accaduto.
Il contesto: polemiche sulla sicurezza della caccia
L’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza dell’attività venatoria e i rischi legati al possesso e all’uso delle armi da fuoco. L’Organizzazione Internazionale per la Protezione Animali (OIPA) ha espresso il suo sgomento, ricordando che la stagione venatoria 2023-2024 ha già causato 12 morti e 56 feriti, secondo i dati dell’Associazione Vittime della Caccia.
In una nota, l’OIPA ha sottolineato l’urgenza di interventi legislativi per ridurre i rischi:
«Il legislatore dovrebbe iniziare a riflettere sul problema di sicurezza pubblica evidenziato da questi incidenti. Quante vittime umane, senza considerare gli animali, dovranno ancora esserci prima che questa circostanza diventi un allarme sociale?».
La comunità locale sotto choc
La tragedia ha profondamente colpito la comunità di Quartu Sant’Elena. Giacomo e Matthias erano amici di lunga data e conosciuti nella zona. Le loro famiglie, unite dal dolore, attendono risposte dalle indagini, mentre amici e conoscenti ricordano i due giovani con affetto.
La morte di Giacomo Desogus e Matthias Steri è l’ennesimo episodio che solleva interrogativi sulla sicurezza e sulla regolamentazione della caccia. Mentre le indagini proseguono per accertare le cause dell’incidente, cresce la pressione da parte di associazioni e cittadini per una revisione delle normative, affinché tragedie come questa possano essere evitate in futuro.