Serve l’autocertificazione dal 18 maggio?
C’è sempre qualche furbo. Ma se guardiamo questi due mesi, il 95% degli italiani ha rispettato le regole. Non serve mettere un cartello sui ponti del Tevere: non buttatevi di sotto altrimenti morite. Lo sappiamo. Almeno dal 18 maggio io abolirei l’autocertificazione», ha detto qualche giorno fa Sileri. Ma il 4 maggio il Viminale ha varato un nuovo modulo autocertificazione (specificando comunque che si sarebbe potuto continuare a usare anche il vecchio). La nuova autodichiarazione è in possesso degli operatori di polizia e può essere compilata al momento del controllo.
Nella direttiva inviata dal Viminale ai prefetti sulle nuove misure per la fase 2 in vigore da oggi e fino al 17 maggio non viene citato espressamente il modulo di autocertificazione da esibire al momento dei controlli ma l’autocertificazione puo’ comunque essere richiesta dalle forze di polizia. In particolare, “le circostanze giustificative di tutti gli spostamenti ammessi, in caso di eventuali controlli, possono essere fomite nelle forme e con le modalità consentite”. “La giustificazione del motivo di lavoro”, spiega la circolare, “può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata”.
Nel nuovo modulo il cittadino deve dichiarare di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio vigenti, sia nazionali che regionali. Sono quindi riportati le quattro motivazioni che possono determinare lo spostamento: comprovate esigenze lavorative; assoluta urgenza; situazione di necessità; motivi di salute. Si lasciano poi sei righe in bianco in cui il cittadino può specificare la ragione dello spostamento. Resta comunque valida, per chi l’ha stampata, la vecchia versione. Basta barrare le parti non attuali che sono indicate sul modello presente sul sito del ministero.
Le differenze sono state segnalate dallo stesso Viminale, che ha riportato il vecchio modulo sbarrato:
L’autocertificazione dal 18 maggio e i negozi aperti
Tuttavia sappiamo che dal 18 maggio arriverà finalmente la riapertura differenziata tra le Regioni in base ai numeri diversi sui territori del contagio da Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. da lunedì, i vari Zaia e Fontana, De Luca ed Emiliano potranno far ripartire in autonomia ciò che desiderano, sempre che l’indice di contagio sia sotto controllo e soprattutto ci resti. Nel caso in cui dovesse schizzare verso l’alto il governo si riserva infatti la facoltà di intervenire per disporre nuove chiusure.
Quanto basta per far esultare i governatori. L’accordo è arrivato al termine della videoconferenza tra i governatori e l’esecutivo, con al tavolo anche il premier Giuseppe Conte il quale ha promesso anche di «valutare» la richiesta di elezioni a luglio che torna sul tavolo. Tra sette giorni, dunque, sarà possibile
tornare al bar per prendere un caffè, tagliarsi i capelli, andare a cena fuori. Ma con regole ben definite. Il Comitato tecnico scientifico sta infatti chiudendo in queste ore le linee guida che varranno per la ristorazione, per i servizi alle persone e anche per la balneazione, vale a dire le regole generali per poter aprire in sicurezza le spiagge in concessione e quelle libere.
In questa ottica pare profondamente illogico continuare ad autocertificare uno spostamento visti gli infiniti motivi e le infinite possibilità che lo giustificano (se i bar sono aperti si può uscire per prendere un caffè: bisogna compilare il modulo anche in questo caso?). Quindi è estremamente probabile che sì, l’autocertificazione ci sarà ancora visto che siamo nel paese della burocrazia. In ogni caso la regola sarà ancora valida anche il 18 maggio: se non viene abolita è evidente che rimarrà tutto com’è. Fonte: Quotidiano Next
Leggi anche
Coronavirus, il Viminale mette online il nuovo modulo per l'autocertificazione.
Seguici su Facebook
41esimoparallelo